Da: SVIZZERA Connection
14. WINNIE TRA I BRIGANTI
" Nel maggio 1986 lasciai Zurigo diretta a Roma. Allora il mio amatissimo padre era già morto e il mio fidanzamento era appena andato a monte. Avevo 31 anni ed ero decisa a far carriera, dapprima presso Tasa, Headhunter, vale a dire cacciatore di talenti dirigenziali, statunitense e in seguito come amministratrice della Secara Agency che procurava solo personale femminile".(1) "Winnie" Ellen Kollbrunner era figlia di quella "media borghesia della Costa d'oro", che si era arricchita grazie alla congiuntura favorevole degli anni '50 e '60 e si rifugiava nei comuni fiscalmente convenienti sulla riva destra del lago di Zurigo, da quando il quartiere delle ville dei ricchi di vecchia data alle pendici del Zuerichberg, il monte di Zurigo, era diventato troppo piccolo. Il padre di Winnie era stato il noto ingegnere per costruzioni sotto il livello del suolo Curt Kollbrunner, e con la sua Rodio Holding e la ditta Swissboring aveva guadagnato moltissimo nel boom edilizio legato alla congiuntura favorevole. Più tardi il figlio Andrè dovette liquidare la sua eredità, e la Rodio la vendette nel 1992 al costruttore edile romano di grande successo Elia Federici. Il sogno romano di Winnie si interruppe bruscamente. Il 18 settembre 1992 fu arrestata nella lobby dell'hotel ginevrino Hotel de la Paix. Insieme a Winnie fu arrestato quel pomeriggio di settembre anche Maurizio Laguzzi, che a Roma dirigeva la società finanziaria Clipper. I due avevano cercato di rifilare a due inglesi 85 obbligazioni (certificati di deposito) rubate, da 95 milioni di lire l'uno, del Banco di Santo Spirito di Roma.(2) Ma Winnie e Laguzzi ebbero veramente sfortuna, i due Inglesi erano infatti investigatori in incognito di Scotland Yard. Nell'ambito di un'azione di polizia anglo-italo-svizzera, avevano simulato interesse all'acquisto di questi titoli rubati.
IL DELITTO QUASI PERFETTO
La storia fantastica di questi certificati di deposito rubati della "Banca di Santo Spirito" cominciò a Roma il 2 novembre 1990, quando un mezzo che trasportava 6.000 assegni e 294 obbligazioni del valore di 90 miliardi di lire (allora circa 90 miliardi di franchi) fu assalito e derubato. La direzione della banca non fece una denuncia alla polizia né i numeri di serie dei certificati scomparsi, come invece si usa fare in casi del genere, furono inseriti nella lista nera dei valori rubati della sede della stanza di compensazione interbancaria internazionale SWIFT. Del tutto inconsueta rispetto a quanto avviene di solito in Italia per questo tipo di titolo, era anche la durata quinquennale di validità dei certificati della Santo Spirito.(3) L'aggressione a scopo di rapina del novembre 1990 non fu l'unica scomparsa misteriosa di titoli del Banco di Santo Spirito. Attacchi simili ai mezzi blindati della Transcoop romana, che eseguiva i trasporti di valori per la banca, si erano avuti già nell’ottobre 1990 e si ebbero ancora nel 1991. Sulla base delle loro inchieste i due procuratori romani Giulio Sarno e Achille Toro giunsero più tardi alla conclusione che l'assalto del novembre 1990 a scopo di rapina fosse stata solo una finta. Chi avesse organizzato il colpo contro il blindato, non riuscirono tuttavia a stabilirlo.(4) Sarno e Toro hanno esaminato anche la possibilità della scomparsa di altri titoli della Santo Spirito: "Un fatto del genere non può essere escluso, considerata l'organizzazione estremamente negligente interna alla banca nella sede principale della custodia dei titoli e l’assenza di contabilità dei certificati in bianco nelle filiali". (5) Il Banco di Santo Spirito era una banca statale di media grandezza, controllata dalla holding statale IRI. Nel 1989 la direzione dell'IRI, in mano al modernizzatore Romano Prodi, divenuto più tardi presidente del Consiglio dei ministri, decise una fusione del Banco di Santo Spirito in deficit con il Banco di Roma e la Cassa di Risparmio cooperativa di Roma. La nuova banca prese il nome Banca di Roma e divenne la quarta maggiore banca d'Italia. Il professor Prodi era considerato allora nella holding statale disastrata l'uomo pulito e il risanatore della Democrazia Cristiana. Nel suo ruolo di presidente, egli cercò di ridurre la corruzione dell'IRI, considerata il cortile interno della Democrazia Cristiana. Dal 1990 le tre banche romane cominciarono progressivamente a unirsi, finchè la fusione fu perfettamente compiuta nell'agosto 1992. Il nuovo presidente della banca, Pellegrino Capaldo, voleva liberarsi dal vecchio fardello dei certificati della Santo Spirito misteriosamente scomparsi, e nell'autunno 1991 sporse denuncia alla polizia. Alcuni mesi più tardi i certificati furono infine registrati nella lista nera internazionale dei titoli rubati. La rapina simulata è un esempio della fantasia quasi inesauribile della corruzione italiana nella lotta per i posti migliori alla mangiatoia ricolma delle aziende di stato. I certificati di deposito non erano stati rubati ma clonati. Amici compiacenti alla Transcoop avevano organizzato l'uscita dei titoli dalla cassaforte, amici compiacenti nel management della banca avevano provveduto a che la perdita restasse segreta, rinunciando ad andare alla polizia e dissimulando l'accaduto a livello contabile con un bilancio (gonfiato) della banca. Con ciò i certificati si erano di fatto raddoppiati. Sui titoli raddoppiati in tal modo, i falsari costruirono ancora una piramide di credito, copiando certificati, cosa dimostrata da alcuni esemplari completamente identici comparsi più tardi. Il castello di carte crollò solo quando i nuovi tecnocrati di Romano Prodi cominciarono a portare alla luce i cadaveri nel caveau della Banca Santo Spirito. Di tutto ciò Winnie sembra non aver allora sospettato nulla. Non sapeva che il suo telefono romano era sistematicamente controllato dall'ottobre 1991, da quando erano incominciate le inchieste per il caso Santo Spirito. L'analisi al computer delle molte centinaia di chiamate telefoniche, registrate fino al suo arresto un anno dopo, evidenziarono un numero crescente di telefonate a qella buona "società della costa d'oro zurighese", dove Winnie aveva le sue radici, e in Ticino. Registrava chiamate particolarmente numerose il recapito telefonico zurighese di Christine Sass-Hirschmann, figlia del fondatore di Jet Aviation, Carl Hirschmann, quell'uomo di potere e di successo, compiaciuto di sè, che dopo la sua morte aveva fatto sapere con annunci funebri di intere pagine ai propri discendenti, nel pieno della contesa per l'eredità, che non si pentiva di nulla. La polizia romana registrò anche numerose chiamate al numero della Inadco AG di Zurigo. Direttore della Inadco era Israel A. Silberberg.(6) Winnie chiamava spesso anche il numero della A.I.M. di Zurigo, il cui consigliere d'amministrazione Hans Andersen fu arrestato più tardi mentre tentava di vendere dei titoli falsificati e perse per questo il posto. (7) Anche in Ticino Winnie era in contatto telefonico solo con persone importanti. Ad esempio con il Ticinese più ricco, Geo Mantegazza, che all'inizio del 1996, in un affaire veramente poco chiaro, era stato rapito e poco dopo era ricomparso nel principato del Liechtenstein. Winnie parlava inoltre al telefono con il fiduciario Walter Frueh e con l'avvocato Lucio Velo di Lugano. Fino al 1990 Winnie fece parte anche del consiglio d'amministrazione della società Ts Recruiting SA di Lugano, che apparteneva al gruppo TS di Lucio Velo.(8)
WINNIE CADE IN TRAPPOLA
Dopo che i certificati di deposito rubati furono registrati nella lista nera della SWIFT, tra il 12 e il 19 settembre 1992 si riscontrarono complessivamente 17 tentativi di vendere le obbligazioni a banche di Basilea, Zurigo, Lussemburgo, Como, Bergamo, Francoforte, Londra e Ginevra. A Zurigo ad esempio il danese Flemming Hansen cercò di appioppare 500 di questi titoli il 4 agosto 1992 alla Citibank. Contemporaneamente egli volle aprire un conto a nome di Winnie e del consigliere d'amministrazione dell'AIM Hans Andersen. Alcuni giorni più tardi Hansen fu arrestato e ammise di aver ricevuto i titoli da Kollbrunner.(9) Il 13 agosto 1992 l'ex redattore di "Bilanz" Christoph Gubser (10) e Gino Rosato cercarono pure di vendere certificati del genere alla Banca di Roma di Francoforte. Complessivamente furono arrestate in Svizzera nel corso di questi tentativi 10 persone, i cui nomi il giudice istruttore Paul Perradin non ha resi noti. (11) Winnie dovette languire in carcerazione preventiva per due mesi a Ginevra e fu infine rilasciata l'11 novembre dopo il pagamento di una cauzione. Aveva dichiarato di aver ricevuto i titoli rubati da Maurizio Laguzzi e Carlo Zappavigna della società finanziaria romana Clipper. I due italiani non avrebbero detto nulla della provenienza criminosa dei titoli e l'avrebbero incaricata di vendere in Svizzera in modo del tutto legale i certificati, cosa che ella si sentiva in grado di fare, grazie ai suoi rapporti eccellenti con i migliori ambienti bancari e finanziari di Zurigo. Il giudice istruttore Paul Perraudin e la Sezione d'accusa di Ginevra hanno prestato fede a questa versione e hanno rinunciato a sporgere denuncia nei confronti di Winnie. Al momento dell’arresto la polizia aveva sequestrato anche le sue due rubriche telefoniche, una per Zurigo e una per Roma. La rubrica di Zurigo, contenente molte centinaia di numeri registrati, si legge come un Who's who della piazza finanziaria. Banche, società finanziarie e commerciali, fiduciari e studi legali, tutti elencati in bell'ordine con i nomi di una o di più persone di riferimento, dal direttore della banca Albis (affiliata della Fimo) fino alle assicurazioni Vaud. Anche i numeri compresi nella sezione italiana della rubrica telefonica di Winnie non sono di poco conto. Accanto al locale romano di lusso Tartarughino, dove lei - secondo dichiarazioni del suo socio d'affari Laguzzi - si godeva la vita notturna romana, c'è ad esempio il numero del finanziere libanese Adel Kassar. In Svizzera egli è noto come socio della Banque Privée (Losanna) e della società finanziaria Fransad (Losanna). (12) Winnie aveva annotato anche i numeri del ministro italiano della giustizia Claudio Martelli, del segretario privato di lui Sergio Restelli e di Sergio Cusani, il cassiere delle tangenti al soldo del presidente della Ferruzzi Raul Gardini.(13) Martelli, Restelli e Cusani sono tutti e tre impelagati fino al collo nella palude di Tangentopoli.
SPECULATORI E SPIE
Una settimana dopo il rilascio di Winnie, Laguzzi fu estradato dalla Svizzera a Roma, dove i due procuratori Sarno e Toro conducevano un'istruzione penale sulle obbligazioni rubate della Santo Spirito. Laguzzi gestiva insieme con l'avvocato ed ex uomo della P2 Carlo Zappavigna e con Federico Turci, la società finanziaria Clipper a Roma. Ma, dietro le quinte, la sua Clipper era guidata dall'uomo d'affari romano e massone d'alto rango Patrizio Pinto. Dopo che i procuratori ebbero fatto perquisire dalla polizia gli uffici di Laguzzi, Zappavigna, Turci, Pinto e altri, giunsero alla conclusione, analizzando il materiale sequestrato e le telefonate intercettate, che Patrizio Pinto era al centro di un'organizzazione finanziaria illegale. Egli avrebbe fatto da cerniera tra alcune cosche corrotte: un gruppo di massoni deviati, che avevano sostituito agli ideali della confraternita segreta una bassa avidità di profitto, un gruppo di ex rappresentanti corrotti dei servizi segreti che facevano capo a Giangaetano Caso, oltre ad alcuni uomini importanti del mondo finanziario e della politica e inoltre elementi del crimine organizzato. Il massone del Grande Oriente Pinto amministrava tra l'altro società per il Gran segretario del Grande Oriente Alfredo Diomede, che insieme all'allora Gran Maestro del Grande Oriente Giuliano di Bernardo e all'ex Gran Maestro Armando Corona aveva fatto rinascere di nuovo nella rumena Bucarest la loggia massonica Concordia. Figura importante dello Studio Pinto era anche Eugenio Carbone, membro della P2, uomo di fiducia di Licio Gelli e presidente della Camera di Commercio italo-slovena con sede nello stesso studio. Il misterioso Studio Pinto romano, accusato di avere creato un'organizzazione che continuava la P2 vietata di Licio Gelli, è materia da romanzi gialli. E il giallo in effetti esiste, si chiama 'Oltre la cupola', scritto da Francesco Forgione e Paolo Mondani, e apparso da Rizzoli a Milano nel 1993.
LA VENDITA DEI CERTIFICATI RUBATI
Il reparto 'vendita di titoli rubati' presso lo Studio Pinto era diretto dal braccio destro di Pinto Giangaetano Caso, ex pilota ed ex rappresentante sindacale Alitalia (14), ex membro del servizio segreto militare italiano e massone. Egli organizzava la commercializzazione dei certificati. Oltre alla vendita diretta alle banche in cambio di denaro, per lo smercio dei titoli il furbo Caso si serviva anche di metodi più complessi. Egli aveva buone relazioni con la Romania, dove era amico di Costel Jancu, che a suo tempo era fuggito in Italia dalla dittatura di Ceausescu. Dopo la morte di quest’ultimo tornò di nuovo a Bucarest, ed ebbe qui un ruolo importante nella rinascita della massoneria rumena dalle ceneri del comunismo con l'aiuto del Grande Oriente. (15) Jancu divenne subito a Bucarest una figura importante e si dice che avesse un filo diretto con il presidente Ion Iliescu, l'allora presidente dei ministri Petre Roman e il presidente della banca centrale Mugur Isarescu. Casu comprò dunque la Banca Agricola Rumena a Budapest. Tecnicamente l'acquisto avvenne in questo modo: Caso depositò i titoli rubati della Santo Spirito presso la Banque Paribas di Milano a nome della Banca Agricola e, in compenso, gli furono intestate in Romania la maggioranza delle azioni di questa banca. Con il deposito di divisa occidentale presso una famosa banca in Italia, la Banca Agraria Rumena sperava di divenire un istituto qualificato nel traffico interbancario. Giangaetano Caso fu consigliato in questa acquisizione dal finanziere milanese Carlo Cappelli, un amico di Laguzzi e Zappavigna.(16) La commercializzazione diretta dei titoli rubati fu organizzata da Caso con la Clipper di Laguzzi e Zappavigna. I procuratori Sarno e Toro hanno rintracciato cinque canali di vendita in Italia e la linea di Winnie che porta a Zurigo, Ginevra e Londra. Tra le circa trenta persone i cui nomi furono fatti da Sarno e Toro in relazione alla vendita dei titoli falsificati, c'erano alcuni famosi fiduciari e uomini d'affari italiani, ad esempio il fiduciario milanese Tiziano Mantovani, che nell'estate 1994 fu arrestato perchè coinvolto nella bancarotta fraudolenta dell'Imic, affiliata della Sasea italiana. C’erano inoltre il finanziere milanese Renato D'Andria, un ex socio di Fiorini, e il fiduciario milanese Giuseppe Bossi, liquidatore della Società assicurativa De Angeli Frua. Ricomparvero da Sarno e Toro anche quei massoni deviati nell'orbita della 'ndrangheta calabrese, che erano finiti nella rete del procuratore Agostino Cordova di Palmi (vedi p.286 segg.). Si tratta precisamente di Pietro Piliello, Gran Maestro della loggia Albaradan, di cui era membro anche il finanziere romano Giorgio Cerrutti, la cui Compagnia Generale Finanziaria era fallita nel 1993. (17)
INCIAMPATA O SFRUTTATA
Winnie era venuta a contatto con Laguzzi attraverso un conoscente comune di nome Gallotta. Questo Gallotta l’avrebbe lodata per il suo lavoro pluriennale come corriere internazionale del socialista Claudio Martelli, ministro della Giustizia. Secondo Laguzzi, Winnie amava darsi delle arie per i suoi legami con gli ambienti nazionali e internazionali delle persone importanti. Alla dogana dell'aeroporto romano di Fiumicino avrebbe potuto raggiungere l'aeroplano, senza essere disturbata dai doganieri, attraverso l'ingresso dei VIP. Ed avrebbe avuto rapporti d'amicizia con politici italiani d'alto rango, come ad esempio il ministro della Giustizia Martelli. Per questo lui e Zappavigna le avrebbero chiesto se poteva anche portare titoli in Svizzera e venderli. Laguzzi raccontò inoltre, ai due procuratori, che Winnie non aveva trasferito denaro da Roma in Svizzera e in Lussemburgo solo per Martelli, ma anche per Renato Altissimo, il tesoriere del partito liberale italiano.(18) "Una volta eravamo con Winnie in ufficio- raccontò Laguzzi- e io o Zappavigna le abbiamo chiesto come potesse contrabbandare certificati oltre confine con quel vitino di vespa. E allora ci mostrò sotto l'abito una specie di busto nero con tasche, dove poteva nasconderli, senza che da fuori ci si accorgesse di nulla".(19) Dunque Winnie e Laguzzi strinsero una relazione d'affari, finché il 18 settembre 1992 i due finirono nella rete della polizia di Ginevra. "La Kollbrunner- dissero riassuntivamente Sarno e Toro- aveva in tutta la faccenda solo un ruolo di esecutrice. Lei stessa ha detto di essere stata un corriere. I suoi complici erano tutti del parere che lei non fosse in grado di eseguire autonomamemte operazioni d'affari nel settore immobiliare o finanziario".(20)
CHE COSA SAPEVA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA MARTELLI ?
Il ministro della Giustizia Martelli era comparso dapprima nella rubrica telefonica sequestrata a Winnie, poi Laguzzi, pure arrestato, aveva dichiarato che Winnie si era vantata dei suoi buoni rapporti con il ministro e aveva sostenuto di avere lavorato come corriere internazionale per Martelli e per il tesoriere dei liberali Altissimo. Al giudice istruttore di Ginevra Paul Perraudin la Kollbrunner aveva detto di essere legata a certi uomini politici italiani e di avere reclutato personale per Martelli. "So che molti politici italiani incassano tangenti e impiegano persone di fiducia per compiere operazioni finanziarie, del tipo di quella di cui vengo accusata". (21) Il legame della venditrice di titoli rubati con il ministro della giustizia italiano comparve sulla stampa solo nel dicembre 1992. Il settimanale progressista romano "Avvenimenti" pubblicò un articolo su Winnie e Laguzzi. L'inchiesta di Mani Pulite, iniziatasi nel febbraio 1992, procedeva con ritmo sempre più incalzante, ed erano già molti i politici e i capitani d'industria, accusati di corruzione, finiti in carcere. A Locarno anche "La Regione" si occupò del caso. Il giornale pubblicò molte interviste telefoniche con Winnie che sosteneva di non aver saputo nulla dell'origine criminosa dei certificati del Banco di Santo Spirito. I due procuratori Sarno e Toro chiesero al parlamento italiano, il 9 aprile, il permesso di continuare le loro indagini contro il deputato Claudio Martelli (Nel febbraio 1993 Martelli aveva dovuto dare le dimissioni da ministro della Giustizia perchè coinvolto nell'affare del Conto Protezione). Martelli lanciò quindi un contrattacco sulla stampa dichiarando che i suoi rapporti con la Kollbrunner erano stati legali e legittimi. Winnie aveva infatti reclutato personale per lui. Per incarico suo lei avrebbe cercato una portavoce stampa per i media stranieri e l'avrebbe trovata nella persona della francese Dora Tauzin.(22) Avrebbe conosciuto Winnie dalla sua fisioterapeuta, presso la quale anche lei si curava. Dei titoli rubati avrebbe appreso solo dopo l'arresto del tutto inaspettato di Winnie a Ginevra.(23)
Note:
1) ”Noi”, 2.5. 93
2) Il commercio fraudolento di titoli stranieri dubbi, corredati di una presunta garanzia bancaria, ad esempio certificati di deposito (in inglese: certificates of deposit, promissory notes) o promesse di credito accessorie (in inglese: Stand by letters of credit) e promesse di pagamento (mandati di credito stand by) sono tra i finti affari preferiti. (Accessorio significa: la garanzia diventa valida quando la fornitura in un'operazione sottostante, per il cui pagamento la banca garantisce, non viene onorata finanziarmente). I venditori di questi non-valori non trattabili, adescano le loro vittime con massicci ribassi sul titolo nominale. Più tardi questi effetti possono probabilmente essere rivenduti a valore pieno. Sorprendentemente, le bande di imbroglioni trovano sempre degli stupidi abbastanza avidi che si lasciano letteralmente spogliare con questi titoli privi di valore.
3) " Il Mondo", 28.2. / 7.3. 94
4) Autista e secondo autista del blindato Transcoop erano Dario Selva, già condannato per ricatto e gioco d'azzardo e Enrico Balducci, sospettato di essere vicino ai gangster romani della malfamata "Banda della Magliana".
5) Sarno, Giulio e Toro, Achille, Richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del Deputato Martelli Claudio. Pretura Circondariale, Roma, 8.4.93, p. 28.
6) Dal controllo telefonico e dalla perquisizione domiciliare di Winnie a Roma risultò ad esempio una grande operazione in valuta in tranches da 50 milioni di dollari (fax del 21.7.92 a Israel Silberberg a Zurigo: Giulio Sarno e Achille Toro: Richiesta di autorizzazione a procedere. Pretura Circondariale. Roma, 5.4.93) Unico consigliere d'amministrazione della Indaco Ag era il noto avvocato di Zurigo Veit Wyler.
7) Presidente del consiglio di amministrazione dell'AIM (Acquisition, Investments, Mergers) era Martin Stehli. Egli sostituì Andersen, licenziato, con l'avvocato zurighese, vicino all'Opus Dei, Alfred J. Wiederkehr. Tra i più di 50 mandati di consiglio di amministrazione di Wiederkehr c'erano ad esempio la filiale svizzera dell'industria svedese del mobile IKEA e la Gotthard Bank (Lugano). Un altro mandato amministrativo Wiederkehr l'aveva presso l'Arabella SA in Lussemburgo. Presidente di questa società era Pierre Caland di Beirut, facevano inoltre parte del consiglio di amministrazione il libanese Michel El- Khoury, il lussemburghese Jacques Loesch, Nuno Brandolini di New York e Werner Schick di Zurigo, ex direttore generale del Bankverein. Nel giugno 1996 la Arabella comprò per 1,5 milioni di dollari 462.000 azioni della Discount Brokers J.B. Oxford & Company, che ha anche una filiale a Basilea. La società madre J.B. Oxford Holdings Inc. (Beverly Hills) fu criticata dal "Wall Street Journal Europe" il 3. 5. 95, perchè aveva ingaggiato come consulente il canadese Irving Kott, già condannato per frode in borsa.
8) La società di Velo TS Trustser apparteneva alla società offshore di Panama Midgen Corporation SA, nel cui consiglio di amministrazione c'erano Markus Binggeli, Christian Durussel e Eric R. Staehli della Fidinam Fiduciaire (Ginevra). Velo rappresentava fiduciariamente l'azionista principale presso la TS Trustser (Lugano).
9) Sarno, Giulio e Toro, Achille: Richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del Deputato Martelli Claudio. Pretura Circondariale. Roma, 8.4.93, p. 81.
10) Gubser era coinvolto anche nell'affare Gerolag e finì all'inizio 1996 in custodia preventiva.
11) Nell'agosto 1993 la sezione d'accusa di Ginevra trasmise alla Corte d'Assise gli atti d'accusa di cinque imputati non nominati, a cui veniva rimproverato di aver trattato titoli falsificati o rubati. Gli imputati dovettero rispondere di frode, falsificazione di documenti, abuso di fiducia e ricettazione. Al procedimento davanti alla sezione di accusa era presente solo uno dei dieci imputati - un italiano allora ancora in carcere. Gli altri 9 erano in libertà provvisoria. Winnie Kollbrunner non figurava tra gli imputati.
12) La Cantrade Banque Privée era fino al 1995 una joint-venture tra la famiglia Kassar, la Bankgesellschaft svizzera e René de Picciotto. Poi la SBG si ritirò inaspettatamente del tutto dalla Joint-venture. Da allora esistono in Svizzera due banche con il nome Cantrade, l'affiliata della SBG, con sede principale a Zurigo e numerose altre filiali, e la Cantrade Banque Privée di de Picciotto, Kassar e Setton, a Losanna.
13) Sergio Cusani, figura centrale sulla scena della corruzione italiana, fu condannato nell'aprile 1994 in prima istanza a otto anni di prigione. Di Cusani si parla dettagliatamente nel capitolo 9 (v. anche p.217 segg.)
14) Come la Banca di Roma anche l'Altalia è un'azienda IRI. Il modernizzatore Romano Prodi, che si era già rotto i denti contro le corrotte banche romane, cercò di risanare anche l'Alitalia. Egli portò due topmanager che si erano perfezionati nelle multinazionali americane, precisamente Renato Riverso dell'IBM e Roberto Schisano della Texas Instruments. Ma i due incapparono nella burocrazia corrotta, inclusi i bonzi dei sindacati come il rappresentante dei piloti Giangaetano Caso e, all'inizio del 1996, gettarono infine snervati la spugna. Soprattutto con i rappresentanti dei sindacati dei 1.800 piloti, dei quali probabilmente 300 erano rimasti sempre a terra, i modernizzatori sconfitti si trovarono di fronte ad una resistenza insuperabile.
15) Il Gran Maestro della P2 Licio Gelli aveva negli anni '70 buoni rapporti con il dittatore della Romania Ceausescu.
16) Cappelli comprò più tardi, con un' altra tranche di titoli rubati della Santo Spirito, l'Omas a San Stino di Livenzo presso Venezia. Poi rovinò del tutto finanziariamente l'Omas e la fece fallire. Nell'autunno 1994 la Guardia di Finanza di Venezia aprì per questo un'inchiesta contro Cappelli ("Il Mondo", 28.11./5.12.94)
17) Fu coinvolto nel crac della Compagnia Generale Finanziaria (CGF) anche Ugo Zilletti, uomo della P2 ed ex vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. La CGF, poco prima di andare in bancarotta, aveva acquistato dal presidente della Sasea, Florio Fiorini, la Singest, affiliata della Sasea italiana.
18) Sarno, Giulio e Toro, Achille : Richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del Deputato Martelli Claudio. Pretura Circondariale. Roma, 8.4. 93, p.40,44 e 74
19) Verbale dell' interrogatorio di Maurizio Laguzzi, 19. 11. 92, p. 8
20)Sarno, Giulio e Toro, Achille: cit. nota 18, p.36
21) Sarno, Giulio e Toro, Achille: cit., p.90
22) Lo stipendio di Dora Tauzin non lo pagava Martelli, il ministero della giustizia o la cassa del partito socialista, bensì la Inadco AG (Zurigo). Sarno Giulio e Toro Achille, cit., p.57
23) "L'Unità", 11.4.93
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RispondiEliminaMia cara Winnie, fai come me, grazie a questi BRIGANTI che facevano capo allo STUDIO PINTO via U.Bassi ROMA, sono stato arrestato, ho avuto rubato tutto il mio patrimonio,ed oggi vivo solo di stenti ed una pensione che gli stessi delinquenti mi avevano garantito di coprire e pagare ogni mese, Winnie nel tuo racconto che condivido e posso firmare col il sangue per la sua veridicità nei fatti e nei nomi, ne manca qualcuno che forse ne tuo Padre ne Tu hai conosciuto ma che io ho avuto la disavventura di conoscere nel grande STUDIO PINTO PATRIZIO assieme alla sua santa moglie farmacista a Trastevere allora. Se ti serve qualcosa ancora IO ci sono in vita, per prova che sono più ONESTO di loro e di tutti i suoi accoliti, un abbraccio FRATERNO PULITO E ONESTO, Ambassador of Peace Antonino Francesco Landi.