sabato 8 gennaio 2011

Giulio, c'è un problema

Lettera43

Giulio, c'è un problema

Il ministro Tremonti interrogato dalla Procura di Napoli.

di Adelaide Pierucci

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è stato interrogato dalla magistratura a Napoli. A convocarlo, come persona informata dei fatti, è stato il sostituto procuratore del pool per la criminalità economica Vincenzo Piscitelli, che indagando su una frode assicurativa da 30 milioni di euro ha messo sotto inchiesta per corruzione il braccio destro del ministro, il potente deputato del Pdl Marco Milanese, il suo collaboratore più stretto passato, nel giro di pochi anni, dalla sua segreteria alla commissione Finanze della Camera.
L’INCHIESTA MALTA. L'interrogatorio è il frutto di un'inchiesta, battezzata “Malta”, che a metà dicembre, su disposizione del gip Amelia Primavera, ha portato all'arresto di 12 insospettabili tra manager, consulenti e avvocati, ritenuti implicati in un grosso giro di attività finanziarie e assicurative abusive.
Nei giorni scorsi Tremonti è stato ascoltato per più di un'ora da Piscitelli. Un interrogatorio delicato, che riguardava soprattutto il suo rapporto con Milanese, a sua volta indagato per presunti legami con il gruppo di professionisti specializzati nel confezionamento di “società cartiere” con sede a Malta.
TREMONTI ESTRANEO. La convocazione al palazzo di giustizia di Napoli, per ora, non ha portato strascichi per il ministro. Secondo indiscrezioni non sono infatti emerse responsabilità a suo carico. Sul suo braccio destro, però, si continua a scavare.
Secondo l’accusa, gli avvocati e i commercialisti finiti nel mirino dei magistrati napoletani erano abilissimi a costruire mega frodi fiscali grazie a società radicate a Malta e in altri Paesi oltre confine, attive soprattutto nel campo della assicurazioni auto.
Ma sopra le loro teste ci sarebbe stato qualcuno, secondo la Procura, che fungeva da copertura. Un intoccabile, è l'ipotesi.
PROFESSIONISTI E FACCENDIERI. Tra i 12 destinatari delle ordinanze di custodia cautelare, in carcere o ai domiciliari, ci sono alcuni personaggi noti nel mondo dei faccendieri campani come Paolo e Vincenzo Viscione, padre e figlio. Secondo indiscrezioni, proprio da loro sarebbe stato fatto il nome di Milanese.
L´anziano Paolo Viscione, di professione avvocato, è un uomo d’affari molto noto a Cervinara, lo stesso paesino irpino diventato 'crocevia' della cosiddetta loggia P3 nell´inchiesta condotta dalla Procura di Roma, visto che aveva dato i natali a Pasquale Lombardi, addetto ai rapporti con la giustizia per conto della nuova massoneria.
La stessa Cervinara cui sono legate le origini famigliari (da parte di padre) di Marco Milanese, che però riesiede a Roma, a un passo dal Corso.
Arcinoto a Cervinara anche il figlio di Viscione, Vincenzo, casa e ufficio alla Riviera di Chiaia, un uomo d'affari con il pallino delle frequentazioni vip e, come Milanese, amante delle barche di lusso.
INTERCETTAZIONI COMPROMETTENTI. A mettere nei guai il braccio destro di Tremonti - ex ufficiale della Guardia di Finanza prestato alla politica e passato dal 2002 nello staff del ministro, tre lauree, anche piuttosto recenti come l'iscrizione all'ordine degli avvocati di Milano - è stata una intercettazione.
Ascoltando Viscione senior, i finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria hanno registrato telefonate contenenti frasi tipo: «Dovete finirla di chiamarmi. Io non sono l'azionista. Io mi sono rotto i coglioni», pronunciate dall'avvocato Viscione. E ancora: «Io voglio uscire da questa storia perché quando vengo ricattato dalla politica, da questo Milanese per questa storia qua, che si fotte i soldi, io non voglio averci più a che fare. E se stanno i telefoni sotto controllo è buono che il magistrato che ascolta mi chiama e io gli racconto per filo e per segno. Che pezzi di m...».
PARLAMENTARE DEL PDL. Per la Procura di Napoli si parlava proprio di quel Marco Milanese, il deputato che fu inserito dal coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino (altro indagato nella P3) nella lista della sua regione per fare un favore a Tremonti, visto che a Milano, regno del Pdl e del suo patron, era interminabile l’elenco dei pretendenti per una poltrona in Parlamento.
Tra l’altro Milanese è stato collocato dal ministro dell'Economia nell'ambìto Comitato per la politica economica del Popolo della libertà, tra i membri permanenti insieme con il presidente (lo stesso Tremonti), con i tre coordinatori del partito Ignazio La Russa, Denis Verdini e Maurizio Gasparri e con i capi dei gruppi parlamentari. Un posto che ha fatto rimanere con l'amaro in bocca molti altri colleghi di partito, ministri compresi.
MILANESE E IL MINISTRO. Insomma, il 51enne Milanese è considerato l'ombra di Tremonti. Da qui la convocazione del ministro. E i magistrati della terza sezione della criminalità economica della Procura di Napoli, coordinati dall'aggiunto Fausto Zaccarelli, hanno voluto approfondire alcuni aspetti del rapporto.
Nell'organigramma graficizzato sul sito del ministero Economia e Finanza, la posizione di Milanese è la più alta, e riporta la definizione di «consigliere politico» del ministro. A Tremonti, quindi, alcune sue iniziative potevano non essere sfuggite, secondo il pm Pisitelli, che lo ha convocato come persona informata sui fatti.
All'indomani degli arresti per l'operazione Malta, Marco Milanese è però caduto dalle nuvole: «Di questa presunta cricca non so nulla, vedrò di informarmi», ha detto.

Mercoledì, 05 Gennaio 2011

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