martedì 11 gennaio 2011

Signoraggio: la distruzione dello Stato Sociale

Signoraggio: la distruzione dello Stato Sociale

di: V. P., Rinascita, 10 Gennaio 2011

Siccome il costo del lavoro nella Cina oggi si aggira fra il dieci e il 20 per cento dei costi del lavoro italiani ed europei, evidentemente la riduzione del numero dei dipendenti statali, il congelamento delle retribuzioni, il progetto di non erogare pensioni, le restrizioni del credito bancario, gli aumenti delle tariffe sono dei palliativi assolutamente insufficienti ed inefficaci.
Si deve procedere a profonde modificazioni del sistema del credito e delle regolamentazioni del commercio interno ed estero, dell’amministrazione e della burocrazia. Anche i programmi di “lacrime e sangue” in progetto per i Pigs (per gli inglesi: i maiali) che la Banca Mondiale ha intenzione di imporre a Portogallo, Irlanda o Italia, Grecia e Spagna serviranno solo ad aumentare il passaggio di risorse dai popoli dei suddetti paesi, e successivamente di tutta l’area dell’Euro, agli arroganti gruppi finanziari internazionali.
I gravissimi sacrifici ed espoliazioni conseguenti creeranno drammi e disperazione ad una parte o alla totalità delle popolazioni obiettivo di questi piani senza peraltro salvarle da una discesa verso condizioni di un nuovo tremendo, incivile terzo mondo.
Lo specioso pretesto di queste azioni è la riduzione del debito pubblico. Non si informa, però, l’opinione pubblica né sulle cause che tale debito hanno creato né sull’identità dei gruppi creditori.
Cause del debito pubblico
La causa principale, è presto detto, é la cessione della sovranità monetaria, cioè del signoraggio della moneta, alle Banche Centrali di ogni paese, che sono private, cioè i cui azionisti non sono i ministeri economici, come tutti credono, ma banche private. Questo ha permesso loro di emettere moneta creata dal nulla e senza alcuna garanzia e di imprestarla ad interesse agli Stati ed ai cittadini rendendoli debitori di somme via via sempre maggiori. Un contorno è la riserva frazionaria per cui le banche, a loro volta, possono emettere crediti oltre i depositi o le garanzie detenuti, per mutui, fidi, prestiti, conseguendo ulteriori interessi.
Cause della crisi finanziaria
L’operazione tuttavia non può procedere all’infinito donde le gravi crisi periodiche del sistema.
La produzione di beni, quindi, sempre più si trova a lavorare, non per un legittimo guadagno per l’opera svolta, ma per pagare tasse in gran parte a copertura degli interessi del debito statale.
Inoltre, mentre precedentemente il debito pubblico veniva contratto con i cittadini, oggi si attinge a fondi bancari internazionali che, come detto, creano danaro dal nulla e in quantità incontrollata. Si ricorda, a riprova, le ingenti somme di denaro che sono state emesse, con garanzia dello stato, negli Stati Uniti d’America per tamponare i debiti stratosferici delle Banche di quel paese e non per aiutare coloro che non erano più in grado di pagare i mutui e che quindi hanno perso tutto.
In conseguenza il debito pubblico degli Stati è stato contratto verso Banche Internazionali che avevano accumulato enormi capitali nel tempo con interessi da usura. Pertanto il debito pubblico dovrebbe essere considerato estinto anche in considerazione che il valore, che è stato dato al denaro dalle popolazioni che lo hanno preso per usarlo per gli scambi di beni e servizi, è stato già più volte ripagato.
A questo proposito dovrebbe essere attentamente esaminato il meccanismo delle banche islamiche che vietano rigorosamente il prestito contro interessi e che prevedono condivisione di profitti, ma anche di perdite nel caso i prestiti non siano stati erogati con la dovuta oculatezza.
Errate ipotesi di soluzione
Ora, così stando le cose, pensare di salvare le economie europee sacrificando ferocemente le retribuzioni del lavoro è semplicemente demenziale. Questi atteggiamenti degli economisti possono rispondere, in rari casi, a gravi forme di incapacità mentale ma più frequentemente sono dovuti a collusione con i poteri forti che cercano disperatamente di confondere le idee della gente. I tumulti negli stati oggetto di queste drastiche “cure” dimostrerebbero che la possibilità di sopportazione è al limite di rottura nonostante l’informazione, quella televisiva in particolare, vada affannandosi a definire corretta la protesta inutile, e a demonizzare quella di cui hanno una paura enorme, quella violenta. Capiscono infatti che quest’ultima può far traballare, insieme al sistema, le loro posizione di strapagati camerieri del potere.
Qualcuno potrà essere scettico sull’interpretazione della realtà sopra data e si potrà chiedere che uso possono farne di tanto denaro i detti poteri forti.
Innanzitutto, come tutti i parassiti nel campo animale, essi si disinteressano della salute della propria vittima nel futuro, e cercano di saziarsi succhiando il massimo del sangue al presente.
In secondo luogo preparano un’altra vittima sul cui corpo trasferirsi.
Investimenti in Cina
Dunque l’eccesso di denaro rastrellato con mutui usurai, con spese bancarie da strozzini e con tasse viene investito in Cina e in altri paesi dove lo sfruttamento del lavoro non ha limiti. Là non sono previste ferie, limitazioni di orario giornaliero di lavoro, assenze per malattia o per altri gravi motivi, pensioni di vecchiaia, e le retribuzioni sono circa uno o due decimi delle nostre.
Evidentemente la situazione monetaria di questo grande paese non è confrontabile con la nostra dove non si potrebbe assolutamente sopravvivere con cento o duecento euro al mese. Con tale cifra invece è ipotizzabile che colà si possa mangiare sia pur in modo frugale, vestirsi in modo semplice e coprirsi dal freddo, pagare un alloggio, qualunque esso sia, in cui dormire. La Cina è dunque il paradiso della speculazione e l’inferno dei lavoratori che peraltro sono pazienti e disciplinati.
Qualcuno si illude che si tratti di una situazione provvisoria e che presto la pressione sindacale costringerà ad aumentare i salari, rimuovendo questa situazione di vantaggio. Si tratta di previsioni consolatorie, per dare speranze a coloro che pensano poco e che sono disinformati: ottocento milioni di contadini che aspirano a passare al mondo dell’industria sono una manodopera insoddisfatta che terrà basse per decenni le retribuzioni.
Dal loro canto i poteri forti contano poi in qualche modo di introdurre la democrazia e di controllare con la corruzione i rappresentanti eletti. Forse anche questa è un’illusione: la cultura millenaria di questo popolo ha insegnato la pazienza e un certo istinto sociale che travalica il tempo. Oggi soffrono perché i loro figli possano essere i felici e potenti dominatori del mondo di domani.
Certo i dirigenti politici cinesi hanno valutato la psicologia della grande finanza internazionale che pur di rimanere in sella ancora per un poco, non esiterà a far usare le armi nucleari americane ed ha già dimostrato di avere l’incoscienza e la ferocia per averle usate anche quando era sostanzialmente inutile, alla fine della guerra contro il Giappone, già completamente vinto. Figuriamoci se non le userebbe per difendere il proprio denaro e il proprio dominio in caso di vero pericolo! Infatti gli U.S.A. vorrebbero impedirne il possesso a tutti i possibili avversari per poter effettuare tali crimini di guerra senza doverne pagare il fio con eventuali ritorsioni.
Può darsi però che il meccanismo della minaccia del “muoia Sansone e tutti i Filistei”, tipico di certi popoli, si sia rotto.
La Cina non mostra alcun timore e procede per tempi ancora più lunghi di quelli dei propri avversari che da duemila anni tessono la tela del soggiogamento totale al di fuori di ogni possibilità di rappresentanza vera di tutti i popoli sfruttati. I Cinesi sono infatti ancora più pazienti: sono in possesso di buoni del tesoro americani in tale quantità da fare saltare il sistema del dollaro ma aspettano, non se ne servono, hanno valutato che il tempo lavora a loro favore.
Futuro dell’Europa
Ma la vecchia Europa, soggiogata come è dalla finanza capitalistica, è davvero condannata a divenire il terzo mondo di domani? Non si può dire: l’avvenire è sul grembo degli Dei mentre costante nel tempo è il valore dei popoli e delle loro tradizioni. Non a caso si cerca di distruggere proprio i popoli attraverso una immigrazione imposta con ogni violenza, sottile o no, verso chi vorrebbe evitarla.
Il potere letale dei gruppi capitalistici cadrebbe se solo si stabilissero regole commerciali che facessero saltare la camicia di forza impostaci con la guerra dagli Stati Uniti, o meglio dai gruppi finanziari (ad essi estranei), attraverso l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la schiavitù del libero mercato e della globalizzazione.
E si potrebbe ipotizzare la fine della democrazia, già in gravissime difficoltà, e del suo frullato di cattivi e buoni , di incapaci e di intelligenti a tutto danno dei migliori e quindi di tutti.
Forse, ritornati uomini liberi, potrebbe risorgere, a sostituzione di una burocrazia ottusa e paralizzante, una gerarchia di crescenti capacità, intelligenze, onestà fra le persone e fra i popoli. L’Europa, seguendo l’istinto delle proprie genti, potrebbe risorgere agli splendori antichi, ma eterni, dell’Arte, della Cultura, del Lavoro, del Diritto, della grandiosità delle sue realizzazioni. E questo sarebbe, sotto ogni aspetto, un bene per tutto il pianeta.

1 commento:

  1. Ci sarà una selezione della specie, mi chiedo che fine faranno i procuratori della repubblica.... ha ha ha!

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