tag:blogger.com,1999:blog-724539185867375742.post2093889780426894781..comments2023-10-21T03:13:24.538-07:00Comments on UNMASKED ECONOMIST: La vicenda della morte di Ippolito NievoUnknownnoreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-724539185867375742.post-43057858692463945912011-04-03T02:56:53.801-07:002011-04-03T02:56:53.801-07:00Alfonso Hennequin era console commerciale della ci...Alfonso Hennequin era console commerciale della città anseatica di Amburgo, nominato grazie a un Concordato tra Stati, sottoscritto tra Amburgo e il Regno delle Due Sicilie, alcuni anni primma. (Vedi Decreti del Regno borbonico, pubblicati). Non era un agente di Londra. Sue lettere, alcune inedite, si conservano presso i discendenti di Romeo Bozzetti, amico di Nievo. Non diede a Nievo nessun criptico messaggio. Nievo fu nominato vice Intendente a Palermo, a fine giugno 1860. A Talamone era un semplice funzionario addetto all'Intendenza. Durante la navigazione custodì 16.000 lire, perché Acerbi, Intendente dei garibaldini, preferì distribuire le monete tra i funzionari, dicendo: "prendetele, un caso le due navi si perdessero di vista". Il rendiconto della gestione palermitana della Intendenza e vice Intendenza garibaldina fu regolarmente consegnato, mensilmente, su registri, come si usava allora nell'Esercito sardo cui i garibaldini intendevano conformarsi, con indicazione di entrate e uscite giornaliere. Consegnato al Comando garibaldino prima e al Comando della piazza di Palermo poi (per la gestione del periodo "piemontese"). Tutti i registri sono oggi all'Archivio di Stato di Torino. Il governo di Londra non ebbe ingerenze pesanti sulla caduta del Regno Borbonico. Le navi che protessero lo sbarco furono chiamate a Marsala dal ricco possidente inglese Ingham, che convinse il vice console inglese. Ingham sul porto aveva i suoi stabilimenti vinicoli e voleva proteggerli. Prestò a Garibaldi una somma, dietro la firma di una cambiale che Garibaldi onorò poi a Palermo. Mundy accolse sulla sua nave Garibaldi e Lanza che firmarono il primo dei tre armistizi, ma Mundy chiese in cambio la cessione all'Inghilterra del castello fortificato sul porto vecchio, cosa che Garibaldi rifiutò. Le calunnie sui Garibaldini, suggerite da La Farina, risalivano a fine giugno e inizio luglio 1860. A settembre ci fu una polemica sulla Società delle Strade Ferrate Siciliane, le cui azioni era in mano a Bertani e a Menotti Garibaldi. Ma l'Intendenza e la vice Intendenza non furono attaccate. Il rendiconto, dal 2 giugno al 31 dicembre 1860, pubblicato da Nievo il 31 gennaio 1861 su "La Persevderanza", non ebbe alcun eco sulla stampa del tempo. Nessun giornale dell'epoca ne parlò, né per lodarlo, né per vituperarlo. Vi prego, se volete fare affermazioni, citate date precise, fatti precisi. Le piastre d'oro turche sono una favola. Nessun documento dell'epoca ne parla. Solo voci, messe in giro nel 1988 e non sostenute da documenti originali, o presentati in fotocopia, o almeno in trascrizione. Le monete d'oro non avevano corso legale nel Regno borbonico e potevano essere cambiate solo da orafi o da cambiavalute. Nessuno poteva avere in casa una simile somma in ducati, perché il Banco a Palermo rimase chiuso dal 26 maggio al 25 giugno 1860. Gli orafi non potevano accedere ai loro conti correnti. Lanza lasciò Palermo il 12 giugno. Fu pagato? Si, ma con ducati provenienti da altra fonte, non dall'oro inglese.Faustahttp://www.ippolitonievo.infonoreply@blogger.com