giovedì 28 luglio 2011

La pagliacciata del "debt ceiling" americano

La pagliacciata del "debt ceiling" americano


In questi ultimi giorni giornali e tv stanno preannunciando l'arrivo dell'apocalisse qualora, entro il 2 agosto, non si riuscisse a risolvere il problema della soglia-debito americano.
Fino ad ora sono stati utilizzati i fondi pensione e i fondi federali per i disabili per coprire le spese di funzionamento dello Stato in assenza di nuovo debito da stampare, ma adesso quei soldi sono finiti.
Ricordo che il debt ceiling è la soglia del debito americano fissata per legge, ergo si tratta di un problema esclusivamente politico, da risolvere tra democratici e repubblicani.
Le soluzioni da una parte e dall'altra sono due.
I Repubblicani, con John Boenher, hanno proposto un piano di innalzamento del debt ceiling diviso in due fasi: la prima consiste nell' aumento immediato del debito di 1000 miliardi di dollari e tagli alla spesa per 1200 miliardi da suddividere in dieci anni. La seconda fase prevede invece un innalzamento del debito per 1600 miliardi di dollari a partire da Novembre 2012, e riduzioni di spesa per 1800 miliardi da definire dopo Novembre 2012.

I Democratici, attraverso Harry Reid, hanno proposto un' altra soluzione: aumentare immediatamente il tetto del debito di 2400 miliardi di dollari, che dovrebbero bastare fino al 2013, e uno sfoltimento della spesa per più di 2700 miliardi di dollari spalmati in dieci anni.
Si arriverà comunque ad un accordo politico per innalzare la soglia del debito.
A dirlo sono anche due loschi personaggi che in questo frangente non credo mentano:
- Bernanke, presidente della Federal Reserve: "non alzare il tetto del debito pubblico potrebbe portare a problemi per l'economia";
- Deven Sharma, il presidente di Standard & Poor's, "Gli Stati Uniti non faranno default".

Diciamocelo chiaramente, gli USA non si sono mai fatti problemi a creare il debito pubblico più grande al mondo, con un rapporto deficit/Pil del 10%, quindi figuriamoci se Obama & Company iniziassero proprio ora ad avere il timore di indebitarsi.
Infatti i mercati non si sognano nemmeno di limitare il credito agli Stati Uniti, né di richiedere tassi elevati o crescenti per sottoscriverlo, comprano T-bond come una casalinga felice compra nuove pentole antiaderenti.
In realtà è solo un giochetto politico: i repubblicani stanno ricattando Obama a fare dei tagli massicci alla spesa, sapendo che questa mossa potrà danneggiare i democratici e favorire loro alle prossime elezioni.
La soglia del debito sarà innalzata contemporaneamente a tagli della spesa pubblica: chi ne subiranno le conseguenze negative saranno ancora una volta i cittadini che godranno di meno servizi\beni, quantitativamente e qualitativamente, mentre chi ci guadagnerà saranno le borse (Wall Street è in attesa orgasmica), chi vende CDS, e i creditori dello Stato che finanziano il debito pubblico (tra cui la Cina).
Il 2 agosto staranno tutti stesi al sole a sorseggiare un aperitivo alla frutta alla faccia dei contribuenti americani.

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