sabato 12 marzo 2011

L'invasione delle Opa

economia&finanza

L'invasione delle Opa

Dopo Bulgari, gli stranieri puntano su Edison e Fonsai.

di Ulisse Spinnato Vega

http://www.lettera43.it/economia/10531/l-invasione-delle-opa.htm

Più che una montagna, Piazza Affari sembra una collinetta che chiunque è in grado di scalare. Il caso della maison Bulgari, finita in mano ai francesi di Lvmh malgrado abbia rispettato i buoni fondamentali economici, è solo l'ultimo di una lunga serie. I brand italiani volati di recente all'estero cominciano a diventare davvero tanti (basti citare Ferré, Fendi, Pucci, Valentino, Gucci, Bottega Veneta, ma anche Fastweb, Standa e Coin). Tuttavia, scorribande e Opa (Offerta pubblica d'acquisto) straniere potrebbero ripetersi molto presto in seno all'asfittico listino milanese. E i nomi di cui si chiacchiera, anche solo a livello informale, sono da far tremare i polsi.
POSSIBILI SCALATE . «Mi aspetto a breve notizie relative ad altre acquisizioni o possibili scalate di società italiane da parte di gruppi stranieri», ha rivelato a Lettera43.it Fabrizio Zampieri, analista finanziario e socio ordinario di Assoconsulenza. «Qualche esempio? Si parla di Generali e Mediobanca, dove le partecipazioni straniere nei capitali sociali dovrebbero aumentare». Poi Zampieri ha citato senza precisare il caso di «una società sportiva situata in Centro Italia» (il pensiero corre all'Opa di Thomas Richard DiBenedetto sulla As Roma). E ha chiosato: «Insomma, molte aziende “modello” del nostro listino potrebbero adottare presto altre lingue all'interno dei consigli d'amministrazione».

Dal caso Ligresti alla vicenda Edison

L'economista, che insegna all'Università Isfoa, di Lugano ha aggiunto: «Non dimentichiamo che tante altre società presenti in Borsa Italia hanno molte quote, seppure non maggioritarie ma ugualmente influenti, di capitali stranieri all'interno dell'assetto. Parliamo di Juventus, Unicredit, Finmeccanica, STMicroelectronics, Alitalia, Cariparma o Banca nazionale del lavoro. Il governo italiano sembra voler evitare questo mercanteggiare sulle nostre imprese, ma c'è poco da fare: il mondo è sempre più globalizzato e gli equilibri si stanno spostando verso nuove aree geopolitiche e Paesi che hanno ottimi fondamentali economici e demografici o una grande abbondanza di liquidità».
GROUPAMA E LA GALASSIA LIGRESTI. Sussura un altro analista che, teoricamente, «anche Telecom è scalabile». Ma di quali Opa in Borsa si parla invece apertamente? Tra gli assicurativi, tiene banco il caso Ligresti con Premafin e Fonsai: anche qui gli appetiti sono di marca francese (Groupama) ma i paletti della Consob potrebbero scoraggiare il gruppo assicurativo parigino.
Poi c'è, tra gli energetici, la vicenda Edison con la possibile intesa tra il gigante transalpino Edf e la milanese A2A. L'ennesima probabile Opa francese, stavolta, ha causato parecchi malumori anche a livello politico. E il governo potrebbe aver ottenuto in queste ore il congelamento per un anno dello spin-off che avrebbe condotto l'azienda di Foro Buonaparte nelle fauci del colosso statale d'Oltralpe.

La debolezza di Borsa Italia

Eugenio Benetazzo, il guru dei trader indipendenti che molti definiscono il «Grillo dell'economia» ha azzardato: «Ci sono almeno tre società di interesse strategico che sono scalabili, ma preferisco non fare nomi. Per quanto riguarda Bulgari, mi stupisco come non sia accaduto prima, visto il boom in Oriente e le grandi prospettive di consumo per i beni di lusso».
«In generale», ha aggiunto Benetazzo, «Borsa Italia adesso è insignificante per dimensione su scala planetaria e ha perso l'originaria vocazione di consentire alle piccole e medie imprese (Pmi) l'accesso ai capitali. Era questa la logica che soggiaceva alla quotazione in Borsa: evitare l'indebitamento a medio e lungo termine e poter contare su capitali freschi sgravati di oneri finanziari. La governance politica dovrebbe puntare a rafforzare tale principio e dare maggiore accessibilità ai processi di quotazione».
LE CARENZA NELLE PMI. L'esperto, autore con David Parenzo di L'Europa s'è rotta (Sperling&Kupfer) ha chiuso: «Il sistema manca invece di supporto, tutela e garanzie. Poi c'è anche una carenza di competenza manageriale nelle Pmi che vedono la Borsa come una minaccia. Tuttavia, il listino dovrebbe avere nuovi segmenti dedicati alle piccole e medie imprese che in questo momento di difficoltà strutturale hanno bisogno di acquisire risorse fresche. Non dimentichiamo che con Basilea III, il nuovo accordo sui requisiti minimi di capitale, la situazione si farà ancora più dura».

Giovedì, 10 Marzo 2011

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