lunedì 14 marzo 2011

Gli USA: il Signoraggio esiste, riprendiamocelo

La Stampa, 14/03/2011 - IL CASO

"Fragile e costoso: addio al più famoso dei biglietti verdi"

Raccomandazione della Corte dei Conti Usa: meglio la moneta

FRANCESCO SEMPRINI

NEW YORK


Banconote addio, il dollaro sarà solo in moneta. Il biglietto verde di taglio più piccolo rischia di diventare l’ultima vittima della crisi che gli Usa tentano con una certa fatica di lasciarsi alle spalle. Alle prese con un debito crescente e con bilanci in profondo rosso, le autorità americane sono pronte a mandare in pensione il più piccolo dei biglietti verdi per sostituirlo definitivamente con la moneta di equivalente valore. L’epocale cambiamento si tradurrebbe in un risparmio di 5,5 miliardi di dollari nel giro di 30 anni, secondo il Government Accountability Office, il braccio investigativo e di revisione contabile del Congresso americano.

Le monete infatti godono di vita più lunga (in media 30 anni) e per questo non occorrerebbe la ristampa. Secondo il Gao, ogni anno il governo guadagnerebbe 184 milioni di dollari derivanti dalla differenza tra il valore nominale dei «coin» e il valore di produzione (NdR: il signoraggio). Del resto si tratta di una strada già percorsa da Canada e Regno Unito: «Ci hanno riferito che questo passaggio è stato fondamentale per il successo della propria crescita», spiega il Gao. Misure simili sono state intraprese anche in Giappone e Australia, mentre in Europa, con l’avvento della moneta unica, si è puntato da subito sul metallo anziché sulla carta. La transizione non sarà però indolore, come spiega il dossier commissionato da alcuni senatori, visto che per i primi quattro anni il governo dovrà fare i conti con perdite causate dall’aumento dei costi di produzione delle monete.

Il pensionamento del minore dei biglietti verdi, inoltre, spaventa le aziende, preoccupate di incorrere in spese elevate per ricostituire le riserve liquide. Tuttavia le perplessità non sembrano oggi rappresentare un ostacolo per il «coin» da un dollaro, che, pur essendo presente sul mercato da anni (dal 1979 al 2009 ne sono sbarcati 4,2 miliardi), non è mai riuscito a mettere a segno con successo la successione sulla banconota, sempre rimasta in circolazione. A segnare le sorti del dollaro di carta, però, potrebbe essere il ritiro forzato dal mercato. La transizione deve avvenire seguendo precisi accorgimenti. Per ogni dollaro di carta in circolazione ne devono essere prodotti in media 3 1,5 in metallo. «La gente tiene spesso le monete fuori dal portafogli», prosegue il Gao.

Ciò significa che serviranno più «coin» per mantenere i volumi di circolazione corrente, ma questo potrebbe anche tradursi in una maggiore propensione alla spesa, visto che il consumatore presta minore attenzione alle monetine. Un dibattito, questo, in voga in Europa con l’avvento dell’euro. Ma il fattore economico non è il solo: in Usa la scomparsa del biglietto verde da un dollaro segnerebbe la fine di una tradizione secolare, oltre che la sparizione di George Washington dalle tasche dei cittadini.

1 commento:

  1. La campagna virale su internet partita nel 2000 dall'Italia, come uno tsunami si diffonde inesorabilmmente. Grazie anche ai video di Marra tradotti in dieci lingue, finalmente gli USA cominciano a capire chi è il loro padrone, i banchieri mannari della FED, e cercano di svincolarsi dalla doppia Elson fatale. Invece della finta liberazione che si vantano di aver fatto all'Italia nel secolo scorso, possiamo davvero dire che ora comincia la LORO vera liberazione, grazie a genio italico. Alè !

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