giovedì 13 gennaio 2011

Fiat. Lanciamo un appello dalla Serbia

www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 10-01-11 - n. 346

da Liberazione del 08/01/2010
«Fiat. Lanciamo un appello dalla Serbia a tutti i lavoratori italiani»
Intervista a Rajka Veljovic, sindacato della Zastava auto Samostalni in Serbia
di Fabio Sebastiani
«Lanciamo un appello a tutti i lavoratori italiani e alle loro organizzazioni sindacali perché ci siano vicini in questo drammatico momento». Rajka Veljovic è una lavoratrice e sindacalista della Zastava auto di Kragujevac. Il governo della Serbia ha messo la parola fine sull’azienda di automobili lasciando a casa centinaia di tute blu.
A febbraio scorso la Fiat era entrata in possesso degli stabilimenti della fabbrica Zastava per farne un polo produttivo per l'Est creando una nuova società la Fiat Auto Serbia (FAS) ed aveva assunto 1000 lavoratori (facendo firmare un contratto individuale) sul totale di 2600 che erano ancora in carico all’azienda. Il salario medio in FAS è di circa 320 euro.
Così si erano create due aziende, la FAS proprietaria degli stabilimenti e con 1000 dipendenti ed una azienda (chiamata Zastava Automobili), che risultava in pratica una scatola vuota, rimasta di proprietà pubblica a cui venivano affidati i restanti 1600 lavoratori. Stipendio medio 250 euro. E’ il nuovo modello Marchionne: la creazione di una new company a cui conferire le produzioni e gli stabilimenti e una bad company su cui scaricare debiti e lavoratori in eccesso. La scelta improvvisa è arrivata proprio nei giorni di ferie. In Serbia il Natale ortodosso si festeggia proprio in questi giorni. In poche parole, il Governo serbo ha fatto il classico "lavoro sporco" chiudendo la parte pubblica del gruppo Zastava. Per i 1600 lavoratori della Zastava Auto si sono spalancate le porte della disoccupazione. Circa 600 di loro, i più anziani, saranno "accompagnati" verso la pensione con ammortizzatori economici molto deboli, ma circa 1000 riceveranno 300 euro di liquidazione per ogni anno lavorato e un sussidio di meno di 200 euro al mese per un anno e di meno di 150 per un secondo anno. Visto che in Serbia la disoccupazione viaggia sopra il 20% significa condannarli ad una condizione di precarietà che durerà per tutta la loro vita.
Che cosa è accaduto precisamente?
«E' comparso un articolo sui giornali che parlava di circa 800 lavoratori della Zastava auto, che dovevano essere considerati in eccedenza. In realtà i dipendenti sono il doppio, quindi è come se gli altri 800 fossero stati cancellati.»
Come erano gli accordi con Fiat?
«Gli accordi erano che solo per far ripartire le produzioni avrebbe assorbito subito circa 1.000 lavoratori la cui selezione è avvenuta tramite un test di cui però non conosciamo i risultati. Quel programma ha avuto molti ritardi.»
Quando la Fiat avrà bisogno di altri lavoratori dove li prenderà?
«Me lo chiedo anche io. Mi sono fatta una idea precisa, perché è già accaduto anche in altre parti della Serbia, che li prenderà attraverso l’Ufficio di collocamento pubblico e questo gli frutterà, da quello che abbiamo sentito, intorno ai 5000-7000 euro di contributo governativo per agni assunto. E’ chiaro il giochino? Adesso il governo della Serbia toglie alla Fiat la patata bollente e poi la premierà dando ulteriori contributi. Contributi che vanno ad aggiungersi a quelli già incassati.»
«Il vostro sindacato, il Samostalni, cosa ha detto?»
Per quello che ne so è stato preso alla sprovvista. Quando si sono sparse le prime voci abbiamo reagito prontamente entrando in sciopero e con un tentativo di occupazione del Comune di Kragujevac.
«La Fiat come ha reagito?

La Fiat se ne è lavata le mani, ha detto che era una questione che riguardava il Governo. In realtà ha ottenuto quello che le occorreva, la cancellazione del marchio Zastava, la proprietà degli impianti e un ampio serbatoio di lavoratori a cui attingere pagati pochissimo.»

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