giovedì 4 marzo 2010

Tremonti: L'IDEA DI UN SUPER FONDO EUROPEO

TREMONTI, IL RISCHIO GRECO E L'IDEA DI UN SUPER FONDO EUROPEO

Da "IL FOGLIO" di martedì 2 marzo 2010

Quel che pensa Giulio Tremonti, il rischio greco e l`idea di un Super Fondo europeo La preferenza per soluzioni basate su Union Bond e per un organismo da affiancare a Bce e Commissione I dati in discesa dell`Istat Roma. Con un prodotto interno lordo sceso nel 2009 del 5 per cento, un rapporto tra deficit e pii certificato ieri dall`Istat al 5,3 e un debito pubblico volato di dieci punti al 115,8, ieri Giulio Tremonti scrutava per lo più lo stato dell`economia italiana che non considera disperante, anzi. Ma il titolare del Tesoro segue anche un eventuale piano franco-tedesco di salvataggio della Grecia. A condizione però, secondo la ricostruzione del Foglio, che il progetto -del quale al ministero dell`Economia i dettagli risultano ancora indistinti - se posto in questi termini, resti appunto una questione renana, Cioè non costi nulla all`Italia.

Diversamente, in caso cioè di intervento coordinato europeo, Tremanti continuerebbe a preferire strumenti del tipo "Union bond": prestiti strutturali da finanziare con le riserve della Bce; e da destinare non solo ad aiuti in extremis, ma anche al finanziamento di piani di infrastrutture che stimolino l`uscita dalla crisi. Una prospettiva che non sembra quella seguita dal commissario europeo agli Affari monetari, Olli Rehn, che ieri era ad Atene, dove il governo ha accettato un nuovo giro di vite su tasse e salari.

Il ministro, inoltre, guarda con attenzione alla creazione di un super Fondo europeo, nuovo organo destinato ad affiancare la Banca centrale e la commissione per gestire appunto questo tipo di iniziative, ma le cui leve di comando siano affidate ai governi, con precise e dichiarate scelte di politica economica, anziché a qualche non elettiva istituzione comunitaria. Magari la denominazione può cambiare, e diventare fondo sovrano europeo. A Roma, peraltro, come in molte altri capitali dell`Ue. il progetto di salvare la Grecia seguita ad apparire come un assemblaggio di indiscrezioni più che una questione da discutere con gli altri partner. Certo, ambienti del Teso- ro osservano che nel piano renano esiste anche una sorta di "segreteria" affidata al presidente lussemburghese dell`Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e dunque a un`istituzione ufficiale. Ma questo, osserva qualche esperto più malizioso, perché la conferma di Juneker faceva parte del pacchetto di nomine deciso a fine 2009 tra Merkel e Sarkò.

Piuttosto fonti governative e bancarie italiane fanno rilevare come gli istituti tedeschi siano esposti nei Pigs per 500 miliardi di euro, tra titoli pubblici e privati.

E come, riguardo alla sola Grecia, le banche francesi abbiano un`esposizione di 80 miliardi, e quelle tedesche di 40. Complessivamente il sistema bancario renano ha in mano l`equivalente della metà del pii di Atene. Le Monde rivela che Deutsche Bank e Bnp sarebbero quelli che premono di più sulla Cancelleria e sull`Eliseo, e che Sarkozy vorrebbe coinvolgere la Cassa depositi e prestiti francese per mantenere il controllo politico dell`operazione.

Al contrario, Angela Merkel ha molte remore a far scendere in pista l`equivalente tedesco KfW per timore di una reazione dei contribuenti, Tutto ciò, dicono in ambienti del governo italiano, dimostra come al rigore finanziario sempre predicato da Germania e Francia non si sia accompagnato un`analoga oculatezza delle loro banche. Che ora, in sostanza, i governi di Berlino e Parigi sono chiamati a soccorrere una seconda volta. C`è anche chi osserva come nel portafoglio titoli pubblici di Allianz, il colosso di Monaco considerato il miglior valutatore mondiale del rapporto tra rischio e beneficio, i Btp siano al primo posto con un investimento di 7,6 miliardi di euro, davanti ai Bund tedeschi e agli Oat francesi. In altri termini, uscita dall`area Pigs, l`Italia potrebbe beneficiare delle difficoltà di Atene, Madrid e Dublino, piazzando più agevolmente i propri titoli di debito.

Certo, Tremonti mira da tempo a una vera iniziativa europea; e ieri si e messo sulla sua lunghezza d`onda Romano Prodi, il quale ha anche giudicato "non scandaloso un intervento del Fmi". Per Tremonti un`azione congiunta dovrebbe comprendere un nuovo patto di stabilità, includendovi un`analisi non meramente contabile dell`economia reale, tenendo conto anche del livello del debito privato. Per questo il patto franco-tedesco per una Maastricht-2 che sarebbe allo studia di Berlino e Parigi non trova in linea di principio ostilità al Tesoro, purché non si penalizzino altri paesi. L`Italia, non più pig ma neppure sufficientemente strong, per ora sta dunque in scia, a distanza, di Germania e Francia.

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