mercoledì 3 marzo 2010

Solidarietà a De Masi: Appello a Napolitano

All’ Ill.mo
Presidente della Repubblica
On.le Giorgio Napolitano
Palazzo del Quirinale
00187 ROMA
Fax 06.46993125
https://servizi.quirinale.it/webmail/

Lettera aperta

Illustrissimo Sig. Presidente,
il nostro giornale, LiberoReporter, è la prima testata edita dai cittadini, da anni segue le vicende legate ai reati compiuti dalle banche a danno di imprese e famiglie. Un caso tra questi ci sta particolarmente a cuore, non solo per l’impegno incessante e massacrante della parte lesa nel voler far chiarezza sulle responsabilità penali e civili dei reati commessi da alcuni primari Istituti di credito ma anche e soprattutto per i gravissimi recenti fatti accaduti in sede di Appello presso il Tribunale di Reggio Calabria. Si tratta del caso De Masi, l’imprenditore calabrese che è stato tra le figure di rilievo nella manifestazione svoltasi a Roma “Contromafie 2009”. De Masi, come Lei già sa, è un imprenditore con delle aziende che occupano circa 200 dipendenti, in un territorio particolarmente difficile, ora si trova in una situazione inammissibile in un Paese civile e per questo ci siamo permessi di appellarci a Lei.
Il procedimento che si sta trattando in Corte di Appello a Reggio Calabria vede infatti imputati per usura i Presidenti di tre delle maggiori banche italiane (Geronzi per Capitalia; Abete per Bnl; Marchiorello, in qualità di ex presidente, per Banca AntonVeneta) oltre ad alcuni funzionari. In primo grado il Tribunale di Palmi ha sentenziato la conferma del reato (elemento oggettivo) in tutti i capi di imputazione individuati dalla Procura e il proscioglimento degli imputati per non aver commesso loro il fatto (elemento soggettivo).
Contro questa sentenza che, pur riconoscendo il reato, non trova i colpevoli inizia quindi un procedimento di Appello dinanzi ad una Corte composta da Magistrati che, dimostrando grande capacità ed equilibrio, sta procedendo alla ricerca della verità processuale. Nel corso del dibattimento la Corte, con lo scopo di andare a fondo della vicenda, decide di affidare ad un funzionario di Banca d’Italia una consulenza per individuare chi determinava la politica dei tassi all’interno dell’organizzazione bancaria e quali responsabilità avessero i presidenti in tale ambito. La Banca d’Italia indica quindi il nome di un ex dipendente al quale viene affidato tale incarico. Consulenza questa che si è però svolta in un clima assolutamente intollerabile, senza il rispetto delle procedure, con assoluta mancanza di trasparenza e del contraddittorio e con diverse “scorrettezze procedurali” che sono state prontamente segnalate alla Corte alla quale è stato richiesto, sia a novembre che nel corso dell’ultima udienza, la sostituzione del consulente nominato e la sua sostituzione con un organismo collegiale di tecnici terzi che possa garantire tutte le parti del processo.
Ma questo non è sufficiente. Il peggio dobbiamo ancora vederlo. Infatti durante l’udienza è accaduto l’incredibile. Un magistrato, il sostituto Procuratore Generale dr. Francesco Neri, che rappresenta l’accusa nel procedimento penale che vede imputati per usura i vertici di tre tra le maggiori banche italiane, ha affermato in aula ha che vi sarebbero state delle pressioni nei suoi confronti per impedire la prosecuzione dell’attività di Procuratore Generale in questo processo alle banche. Pressioni che il magistrato ha puntualmente riportato nel corso dell’audizione con gli ispettori del Ministero, che stanno indagando su tali fatti.
Crediamo che questi fatti, riferiti da un serio ed esperto Magistrato, sono gravissimi e, oltre a ledere in maniera drammatica i diritti di un cittadino che chiede giustizia, finiscono per assoggettare ai condizionamenti delle “lobby” del potere economico i sacrali valori espressi dalla nostra Costituzione sulla libertà e l’uguaglianza di fronte alla legge.
Ci siamo permessi di rivolgerci a Lei, Illustrissimo Presidente, per chiederle nuovamente di porre la massima attenzione su quanto denunciato, e perché faccia il possibile, nella qualità di Garante della Costituzione e dei principi in essa affermati, per continuare a farci credere nell’uguaglianza della giustizia.
Con ossequiosi saluti.

Gaetano Baldi
Direttore Responsabile di LiberoReporter

Daniela Russo
Direttore editoriale di LiberoReporter

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