venerdì 4 dicembre 2009

SERVIZI (POCO) SEGRETI: ORA LO STATO CERCA GLI 007 IN TV

IL RESTO DEL CARLINO - LA NAZIONE - IL GIORNO
I COMMENTI VENERDÌ 4 DICEMBRE 2009 PAGINA 13

TRASPARENZA
SERVIZI (POCO) SEGRETI: ORA LO STATO CERCA GLI 007 IN TV
di MARIO CALIGIURI

OGNI VOLTA che qualcosa in Italia non si comprende o è poco chiara vengono sistematicamente tirati in ballo i servizi segreti. Anche nel recente caso Marrazzo è aleggiata questa presenza. La questione principale, secondo me, è che in Italia manca una cultura dell’intelligence, nel senso che storicamente anche i principali responsabili politici ed economici non hanno ben utilizzato e compreso l’importanza di questo strumento fondamentale per la sicurezza.

L’INTELLIGENCE è conoscenza e infatti cerca di “comprendere” la realtà, mentre lo forze di polizia e la magistratura la devono “dimostrare”.

Confermando la necessità di regole chiare che consentano l’operatività, la trasparenza e il controllo di questi organismi così particolari e necessari, rimane fondamentale la selezione degli operatori. Fonte di polemiche e inchieste parlamentari, l’individuazione degli agenti segreti nel nostro Paese dal 1995 in poi, è avvenuta esclusivamente tra coloro i quali facevano parte della pubblica amministrazione, forze dell’ordine ed esercito in primo luogo.

NEGLI ALTRI STATI, soprattutto in quelli anglosassoni, le assunzioni avvengono soprattutto nella società civile e in particolar modo nelle università. La nuova legge del 2007 prevede che l’accesso alle Agenzie di informazione avvenga innanzi tutto tramite concorso pubblico. Utilissima e limpida come linea di principio, tale disposizione, forse, per trovare piena applicazione ha bisogno di qualche specificazione, per la necessaria riservatezza che deve tutelare gli operatori. Accogliamo pertanto come novità importante che proprio ieri sui telegiornali nazionali si sia comunicata la possibilità di inviare dei curriculum per individuare le professionalità più adatte a svolgere compiti fondamentali per la sicurezza democratica ed economica, che è il primo dovere di uno Stato nei confronti dei propri cittadini. Superiamo quindi i luoghi comuni, affrontando la sfida di un Paese moderno che intende utilizzare l’intelligence come strumento di democrazia.

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