venerdì 6 novembre 2009

Perché l'Euro-Europa non conviene

Perché l'Euro-Europa non conviene
Rapporto informale a cura di: M.Saba, A.Galloni, N.Forcheri


Prima di scendere nel dettaglio delle cifre e delle relative fonti, occorre inquadrare la situazione economica dei paesi aderenti all'euro sulla base degli obblighi derivanti dal Trattato di Maastricht e specialmente nella parte dove si privatizza la sovranità monetaria a svantaggio dei singoli paesi aderenti - eccetto quelli che hanno mantenuto tale sovranità come Regno Unito, Svezia e Danimarca. Col Trattato di M., i paesi aderenti mantengono solo una parvenza di sovranità monetaria e solo sull'emissione delle monete metalliche poiché anche questa minima emissione è sottoposta all'opinione vincolante della Banca Centrale Europea in merito alle quantità e modalità (1).

Prima del Trattato di M., l'Italia poteva ottenere un signoraggio dall'emissione di cartonote, ovvero biglietti di stato a corso legale, le vecchie 500 lire, e prima ancora con buoni di cassa. Tutti i tagli superiori erano emessi dalla Banca d'Italia, una entità privata svincolata da qualsiasi tipo di controllo effettivo da parte dello stato e dei poteri democratici. Con la creazione della Banca Centrale Europea il signoraggio - o rendita monetaria - dei paesi membri è stato accentrato in una struttura ancor più opaca ed addirittura indenne da possibili indagini da parte della polizia antifrode europea OLAF (2).

D'altra parte occorre farsi un'idea di chi fu messo a capo dell'OLAF, Siim Kallas, già governatore della Banca Centrale dell'Estonia, ma sottoposto ad indagini per varie frodi (3). Così come Ciampi dette le dimissioni da governatore Bankitalia per diventare primo ministro in Italia, un mese dopo essere stato denunciato per gravi reati da Giacinto Auriti, allo stesso modo Kallas diventa capo della polizia europea antifrode e poi Commissario UE all'antifrode, dopo essere stato posto sotto indagine nel suo paese d'origine come governatore della banca centrale. Sembra quindi che esista una strana porta girevole tra incarichi nella banca centrale, incarichi in varie polizie antifrode, e incarichi politici, che lascia immaginare una grave collusione ad alto livello e molto potente. Un ambiente in cui il conflitto d'interesse e la conoscenza di informazioni privilegiate sono all'ordine del giorno; attori principali di questa farsa monetaria sono la UE e la BCE. Ambedue sono afflitte dal falso in bilancio pluriennale. La UE non ha bilanci certificati dalla Corte dei Conti europea da almeno 14 anni (4) (5), mentre la BCE falsifica il bilancio dal 2002 ponendo nel passivo la rendita monetaria effettiva derivante dall'emissione dell'Euro (6).

Ne deriva che la politica dell'espansione dell'Europa ha lo scopo principale di trovare nuovi Stati allocchi da frodare con la moneta unica. Quando questi stati non aderiscono volontariamente, si attua la politica dei bombardamenti radioattivi, come successo nella ex-Iugoslavia dove ora gli Stati ex-membri, come la Bosnia, sono costretti da un regime di "currency board"(7), ovvero devono mantenere riserve al 100% in euro per poter emettere la propria moneta nazionale, trasferendone il relativo potere d'acquisto alla BCE. Gli USA hanno imposto un regime identico all'Iraq, dove la riserva al 100% in dollari viene imposta alla banca centrale irachena per l'emissione dei suoi dinari... Per quanto riguarda l'Europa, quindi, ai vecchi paesi membri viene richiesto di contribuire con le tasse per la convergenza dei paesi poveri all'area euro, per poi trasferire la rendita monetaria di questi ultimi alla BCE, o tramite l'adesione all'euro ,o con l'adozione della riserva in euro al 100%.

In sostanza, la misura della predazione per l'Italia da parte della BCE corrisponde circa al 15% della quantità di euro (moneta cartacea e virtuale) attualmente in circolazione (o in deposito), considerando neutra la circolazione di moneta metallica.

Per quanto riguarda il capitolo minore dei fondi e finanziamenti UE all'Italia, ne vengono realmente utilizzati circa il 70% considerando i "recuperi". Per recupero si intende quando è previsto che si possa spendere in un anno successivo quanto non è stato impegnato in un anno precedente e quando si utilizzano i fondi per progetti già realizzati come se fossero nuovi. Questo lo fanno ormai tutti: cominciarono spagnoli e portoghesi negli anni '80, ma poi anche gli altri hanno imparato il trucchetto. Ma abbiamo già accennato sopra che è difficile quantificare cifre precise in merito al ristorno per l'Italia dei fondi UE perché la stessa UE non ha bilanci attendibili da 14 anni, quindi... occorrerebbe una commissione d'inchiesta per costringere la Commissione Europea a confessare la reale entità della frode. Ma vediamo ora cosa possiamo recuperare tra i dati attendibili.

1) Saldo contributi/accrediti: Italia sempre più contribuente netto

Le risorse proprie si distinguono in risorse proprie tradizionali: dazi doganali sulle importazioni alle frontiere esterne secondo una tariffa comune, contributi sulla produzione di zucchero isoglucosio e sciroppo d'insulina, prelievi agricoli sulle importazioni di ortofrutticoli dai paesi extracomunitari. Sono finanziamenti che incentivano a livello comunitario, la produzione di zucchero, l'insorgenza del diabete e la sua presunta cura. L'UE incentiva anche con questo meccanismo la globalizzazione, poiché più paesi comunitari importano merci, più riscuote. Inoltre gli Stati membri sono resi complici della globalizzazione potento trattenere il 25% di tali introiti, in teoria come ricupero delle spese di riscossione.

Con la risorsa dell'imposta sul valore aggiunto, dal 1970, l'UE preleva anche un'aliquota su un imponibile uniforme che è il 50% del PNL. L'aliquota, passata dallo 0,5 allo 0,3% per il periodo 2007-2013, favorisce Austria (0,225%), Germania (0,15%) e Olanda e Svezia (0,10%) con tassi agevolati rispetto a quelli degli altri paesi.

Infine la quarta risorsa, quella più importante, sul Reddito nazionale lordo (RNL) al prezzo del mercato (che rappresenta il 65% del bilancio UE) consiste in un'aliquota da fissare ogni anno sulla somma dei redditi nazionali lordi al prezzo di mercato. Creata nel 1988, destinata a sostituire l'IVA, determina il livellamento dell'imponibile IVA, la ripartizione del finanziamento della compensazione britannica e il massimale dell'importo globale delle risorse che la comunità può percepire. Il massimale dell'aliquota è passato dall'1,14% del PNL nel 1988 all'1,27% del RNL nel 1999. Con il sistema di contabilità SEC95 (System of National Accounts europeo del 1993 imposto da ONU/OCSE), è stata sostituita la nozione di prodotto nazionale lordo, che per quanto riduttiva era ancorata alla produzione, con quella di reddito nazionale lordo (RNL) (8) al prezzo di mercato (SEC95, 8.94) (cfr. Reg CE_2223/96), che include, oltre al PNL, la somma del reddito primario dal resto del mondo, detratta la somma dei redditi primari pagati al resto del mondo. Sono valori stagionali aggiustati che incoraggiano l'economia del reddito, e non del lavoro né della produzione, reddito ottenuto dagli operatori su un territorio economico comprensivo anche delle basi militari estere, dei centri di ricerca all'estero, e altre zone franche e piattaforme continentali (9).

Per il periodo 2007-2013 la tassa su RNL è stata aumentata per tutti tranne che per due paesi: Olanda e Svezia con una riduzione annua di 650 milioni di euro e di 150 milioni di euro rispettivamente. (10)

Le risorse proprie sono accreditate mensilmente all'Unione dagli Stati membri su un conto risorse proprie acceso dalla Commissione presso la Banca centrale nazionale. Altre entrate (circa il 6%) sono imposte e prelievi effettuati sui redditi del personale, interessi bancari, contributi dei paesi terzi ad alcuni programmi comunitari (ricerca per brevetti), rimborsi di aiuti comunitari non utilizzati, interessi di mora e penali e il saldo dell'esercizio precedente.

L'eccezione britannica
Dal Consiglio di Fontainebleau nel 1984 fu deciso d'introdurre la compensazione britannica grazie alla quale il RU riceve una compensazione dello 0,66% del suo saldo netto negativo. Il finanziamento della compensazione è ripartito tra gli altri Stati membri proporzionalmente alla loro quota, tranne Germania, Austria, Paesi Bassi e Svezia, che finanziavano per i tre quarti fino al 2007 e che contribuiranno solo per un quarto dal 2007.

2) Alcune cifre

Dal 1994, anno in cui gli accrediti si assestavano attorno ai 6000 milioni di euro e i versamenti per oltre 8000 milioni di euro, e dopo un unico anno di saldo positivo, nel 1997, di meno di 500 milioni di euro, il saldo negativo non ha fatto che aumentare con picchi particolarmente elevati nel 2001, nel 2002 e nel 2006 (con 10000 milioni di accrediti e quasi 14000 milioni di versamenti). Nel 2007, i versamenti dell'Italia all'UE ammontavano a un totale di 13 842,17 milioni di euro mentre il totale degli accrediti dell'UE all'Italia ammontava a 10 126,98 milioni di euro, con un saldo negativo di - 3 715,19. (11)

Nel 2007, si registra un aumento della risorsa IVA e RNL, ai sensi del bilancio rettificativo CE 5/2007, e l'adeguamento all'aumento del transito di merci extracomunitarie. L'UE ha interesse a globalizzare poiché ha legato l'aumento delle risorse proprie (dazi, contributi agricoli) all'incremento di transito nell'UE di merci extracomunitarie.

Per il 2008 (12), anno colpito in pieno dalla crisi, con conseguente calo del transito di merci extracomunitarie e riduzione delle risorse tradizionali di risorse proprie, si registra ciononostante un aumento dei contributi italiani IVA e RNL rispettivamente di 1313 milioni e 1294 milioni per conguagli e anticipi vari, richiesti dalla Commissione; inoltre il bilancio rettificativo 5/2008 rivede al rialzo la base imponibile RNL ed effettua altri conguagli di IVA e RNL sugli anni 1989-2007. Cioè in piena crisi aumenta la base imponibile RNL per la quarta risorsa e la Commissione richiede un conguaglio secondo quel criterio di reddito su un periodo precedente a posteriori... Il saldo netto negativo è ancora in aumento, nel 2008, quasi raddoppiato rispetto al 2007, con -6 020,92 milioni di euro (15265,56 milioni di contributi e 9244,64 milioni di accrediti).

Per il 2009 (13), abbiamo pagato contributi al primo trimestre 2009 di 4 909 302 442,57 euro, con un nuovo aumento della tassa RNL di circa 398 milioni a causa della richiesta della Commissione europea di corrispondere alcuni dodicesimi mensili ANTICIPATI (14) e, al secondo trimestre, 3 605 619 368, 61 euro per un totale di 8.514.921.811,18 di contributi; in cambio abbiamo ricevuto accrediti di 2 319 382 478,86 al primo trimestre e di 2 329 380 000 al secondo per un totale di 4.648.762.478,86 con un saldo negativo di -3.866.159.332,32, solo per i primi due trimestri 2009: a fine anno avremo presumibilmente un totale di quasi 8 miliardi di euro di saldo negativo.

Nei versamenti degli Stati membri all'UE si è quindi passati da un principio di auto sostentamento con il prelievo dei dazi alle frontiere esterne, di cui è stata decisa gradualmente la fine con le firme degli accordi commerciali internazionali (e prossimo round di Doha, voluto solo da Olanda, Inghilterra, Svezia e USA) a un sistema iniquo, dell'IVA, la tassa che colpisce indifferentemente ricchi e poveri, fino a una tassa ancora più iniqua (RNL) che colpisce in modo sistemico anche e soprattutto lavoratori e disoccupati, poiché assurge a criterio massimo il reddito per calcolare il contributo comunitario. Il reddito, o l'aumento di qualsiasi rendita, anche scollegati da produzione e lavoro, o collegati a distruzione, inceneritori, acquisizione di brevetti, controllo di utilities, diventa il primo indicatore di "ricchezza". Lungi dal modificare il concetto di PIL, l'Europa ne estremizza i lati più perniciosi. Pertanto è normale che al momento di legiferare la Commissione non sia troppo entusiasta di abolire le aberrazioni della deregolamentazione finanziaria, le varie leve, i brevetti, e tutte quelle speculazioni che aumentano i redditi e le rendite., anche a costo di distruggere, lavoro, salute, ambiente. E che dietro alla finta neutralità dell'articolo 298 del Trattato UE, in realtà si favoriscano negli atti legislativi europei le privatizzazioni dei servizi dello Stato: più redditi e più contributi all'UE...

Tra i fondi erogati, sono stati disposti a favore dell'Italia accrediti per un ammontare complessivo di circa 2.319 milioni di euro tra cui si evidenziano i 967 milioni per l'attuazione degli interventi strutturali e i circa 1.344 milioni di euro a titolo di FEAGA, per l'attuazione della Politica Agricola Comune in Italia. Per il II trimestre 2009, dal confronto dei dati relativi ai versamenti al bilancio comunitario con gli accrediti comunitari erogati in favore dell'Italia nello stesso periodo, deriva un saldo netto negativo pari a circa 1.286 milioni di euro.

3) Infrazioni comunitarie (15)

Il 30 ottobre 2009, il Collegio dei Commissari ha deciso per l'Italia 10 archiviazioni di cui 5 procedure già aperte e 5 ancora allo stadio di reclamo. Il numero totale d'infrazioni si attesta a 150 di cui 121 riguardano casi di violazione del diritto comunitario e 29 la mancata trasposizione di direttive nell'ordinamento italiano.

La Commissione europea, nella sua qualità di "guardiana" dei Trattati, vigila all’adempimento, da parte degli Stati membri, degli obblighi ad esso incombenti in forza del Trattato CE. La procedura d’infrazione costituisce uno strumento indispensabile per garantire il rispetto e l’effettività del diritto comunitario., ma anche per assicurare entrate e maggior accentramento di potere alla Commissione. La decisione di avviare una procedura è una sua prerogativa e può agire discrezionalmente su denuncia di privati, sulla base di un’interrogazione parlamentare o di propria iniziativa.

Come sanzione lo Stato membro dovrà corrispondere una somma forfetaria e una penalità di mora adeguate alla gravità e alla persistenza dell’inadempimento. Nella sentenza del 12 luglio 2005 (causa C-304/02, Commissione c. Francia), la Corte di Giustizia ha chiarito che la somma forfetaria e la penalità di mora possono essere inflitte cumulativamente, in particolare se la violazione del diritto comunitario è protratta nel tempo e persistente.

La Comunicazione della Commissione sull’applicazione dell’articolo 228 (SEC 2005 (1658) ha poi inasprito le sanzioni pecuniarie per mancato adeguamento alla sentenza della Corte di Giustizia che riconosce l’inadempimento dello Stato rispetto agli obblighi imposti dal diritto comunitario.

Per l’Italia è stata fissata una somma forfetaria minima di 9.920.000 euro, mentre la penalità di mora per il nostro Paese può oscillare tra 22.000 e 700.000 euro per ogni giorno di ritardo nell’attuazione della seconda sentenza, a seconda della gravità dell’infrazione.


Le decisioni sull’apertura, l’aggravamento e la chiusura di una procedura di infrazione sono adottate dal Collegio dei Commissari europei, un organo non eletto ma nominato da occulti giochi di potere tra Stati, in apposite sessioni trimestrali. Pertanto un collegio di commissari cooptati dai poteri forti (Bilderberg, CFR ecc) si riunisce trimestralmente con poteri polizieschi per decidere quali paesi perseguire e quali multe applicare e per quali ragioni. Per il nostro paese, ad esempio ci saranno sanzioni per l'inottemperanza delle regole della concorrenza nell'affidamento diretto di gestione di servizi idrici e altri servizi: naturalmente la decisione è aleatoria e persegue nel nostro paese la privatizzazione della nostra risorsa idrica a vantaggio di quei poteri forti che sono Suez Gaz de France (Francia-Albert Frère) e Veolia. Come altrettanto discrezionale è la decisione di sanzionare la golden share del nostro Stato in Telecom Italia, Finmeccanica, Enel ed Eni. Quell'Eni di cui alcuni fondi proprietari angloamericani vogliono lo spezzatino, e che i suoi concorrenti (Suez Gaz de France) vorrebbero ridimensionare dopo la sua ripresa in forza grazie all'accordo South Stream con Gazprom.

Il costo solo delle violazioni delle direttive UE costa all'Italia circa 1,5 miliardi di euro.(16)



4) Percentuale di spesa dei fondi comunitari (17)
I fondi messi a disposizione dell'Italia sono per la maggior parte i fondi strutturali che per il periodo di programmazione 2000-2006 sono stati di 64 miliardi di euro di cui appena la metà fondi europei, da stanziare per investimenti in infrastrutture, formazione professionale, aiuti alle imprese, progetti di ricerca, realizzazione di grandi opere pubbliche, tutela del patrimonio ambientale. Tali fondi sono divisi quasi al 50/50 tra contributi nazionali e comunitari e, in minima parte, privati. Cioè, paghiamo due volte, la prima con tasse comunitarie (IVA, Irpef, globalizzazione) che superano quasi del doppio i fondi che ci ritornano indietro, i quali però devono assorbire altri fondi nazionali – secondo pagamento nostro – per realizzare programmi la cui “decisionalità" e “condizionalità” è stata trasferita a livello comunitario a quel collegio di commissari espressione dei "poteri forti" che decide sempre di finanziare opere il più delle volte non volute dai cittadini, come TAV, ponte sullo Stretto, alta velocità, privatizzazione dei servizi idrici attraverso la BEI , ampliamento di aeroporti inutili con scempio economicoterritoriale ecc. ecc. In barba alla tanto vantata sussidiarietà, messa come il prezzemolo in tanti documenti comunitari, solo per falsamente rassicurare il lettore/elettore.

5) Ma il danno più grave per i paesi aderenti all’euro consiste nell’impossibilità di veder effettuati quegli investimenti produttivi nelle grandi infrastrutture, nella ricerca, nella scuola, nella sanità che sono l’unico ed insostituibile volano per la ripresa; alla fine del quinquennio 2009-2013 il PIL sarà pari a quello del 2007, ma la popolazione residente sarà cresciuta del 5%; pertanto il reddito disponibile pro-capite si ridurrà di 1/20: in tali circostanze la contrazione della domanda continuerà. I privati ridurranno la base produttiva in modo più che proporzionale (rispetto al calo della domanda e del reddito) allo scopo di proteggere i loro profitti; e se lo Stato non potrà effettuare i necessari investimenti produttivi in disavanzo – per realizzare il potenziale di crescita che è calcolabile in base alle risorse umane e tecnologiche disoccupate e occupabili - non si uscirà mai dalla presente situazione.

4 novembre 2009
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Note:
1) Duisenberg, costose per l'Italia le piccole banconote di euro http://www.signoraggio.com/Duisenberg-vs-Tremonti.htm
2) OLAF: Presunte frodi connesse al fenomeno del cosiddetto "signoraggio" http://www.studimonetari.org/articoli/olafesignoraggio.html
3) The curious case of the “Fraud-Busting” European Commissioner - Ashley Mote, MEP, febbraio 2008 http://www.ashleymote.co.uk/?p=237
4) Successive British governments have learned from, now, 14 annual reports of the EU’s own Court of Auditors that the dispersal of up to 80 percent of all EU funds is not, and cannot be properly accounted for. The reason is also simple. The EU does not hold itself responsible for the use of those funds once they have been allocated. They prefer it that way. It is known as “shared management” and in many EU countries it means no management at all. Corruption rules! In: UK’s Serious Fraud Office Revisiting EU Problem - Ashley Mote, MEP, July 9, 2009 http://www.ashleymote.co.uk/?p=1462
5) "The Commission has been warned repeatedly by accountants and other professional advisors about the systemic failure of so-called ‘shared management’, again often in public session. The inescapable truth is that the EU and its bureaucrats prefer it that way. A few days’ public criticism once a year is a small price to pay to sustain a system of massive institutionalised looting of public money, especially when you have access to it. That is why there is absolutely no sign of International Accounting Standards being applied, let alone enforced, on the EU by its own Commission." In: The SFO Funks EU Corruption – Again - Ashley Mote, October 19, 2009 http://www.ashleymote.co.uk/?p=1652
6) "Perché non far emergere l’enorme evasione fiscale delle banche sul signoraggio secondario, attuata col mettere al passivo uscite inesistenti delle somme che fingono di prestare, come illustrato nei miei saggi “Euroschiavi” e “La Moneta Copernicana”? Perché non far emergere e recuperare il reddito occulto da signoraggio primario delle banche centrali, attuato col mettere al passivo il denaro circolante, come evidenziato anche da Paul Krugman a pag. 239 del suo "Economia Internazionale II" ? " (Krugman Paul R.; Obstfeld Maurice, Economia internazionale. Vol. 2: Economia monetaria internazionale, Pearson Education Italia, 2007) In: Evasione dall'idiozia. - Avv. Marco della Luna, 8 marzo 2009 http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=24967
7) Con questo sistema, la popolazione dello stato considerato crede di usare una moneta nazionale, mentre di fatto è come se usasse direttamente l'euro (o il dollaro)
8) http://nui.epp.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=teina080〈=en 1,24% del RNL dell'UE (Regolamento CE 2223/96 del Consiglio, del 25 giugno 1996).
9) RNL Italia ed Europa in milioni di euro http://nui.epp.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=teina080〈=en RNL Italia II2009: 375925 mil euro.
10) http://www.camera.it/cartellecomuni/leg15/RapportoAttivitaCommissioni/testi/14/14_cap07_sch03.htm
11) http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/e-GOVERNME1/RGS-EUROPA/Ultime-nov/trimestrale.pdf
12) http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/Attivit--i/Rapporti-f/Le-Pubblic/Flussi-Fin/index.asp
13) http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/Attivit--i/Rapporti-f/Le-Pubblic/Situazione/Archivio-T/IV-Trimestre-2008---Situazione-trimestrale-dei-flussi-finanziari.pdf
14) http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/Attivit--i/Rapporti-f/Le-Pubblic/Situazione/Archivio-T/I-Trimestre-2009---Situazione-trimestrale-dei-flussi-finanziari-ITALIA---UE.pdf
15) http://www.politichecomunitarie.it/attivita/15141/dati
16) Sole 24 Ore di lunedì 24 agosto 2009, pagina 11 Dribblare le direttive all'Italia costa 1,5 miliardi di Cherchi Antonello - Gasparini Marco http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/View.aspx?ID=2009082413532127-1
17) http://www.rgs.tesoro.it/VERSIONE-I/Attivit--i/Rapporti-f/Le-Pubblic/Le-politic/Anni-prece/Le-politiche-strutturali-dell-Unione-Europea---L-attuazione-in-Italia---anno-2007.pdf

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