martedì 3 novembre 2009

La sterlina brixtoniana comprerà un futuro più luminoso?

La sterlina brixtoniana comprerà un futuro più luminoso?
di Leo Hickman - 02/11/2009

Fonte: Come Don Chisciotte [scheda fonte]




Il mese scorso il movimento delle Transition Towns (Città di Transizione) ha lanciato una valuta ideata al fine di promuovere il commercio locale e creare coesione tra le comunità

Ha tutte le caratteristiche di una difficile domanda da pub quiz: cosa hanno in comune il poeta dub Linton Kwesi Johnson, lo scienziato ambientale James Lovelock, l’attivista dei diritti civili dei neri Olive Morris e il comico Chris Morris, con David Bowie, i Clash, Harold Macmillan e Sharon Osborne?

I più perspicaci tra voi avranno capito che questi personaggi hanno vissuto a Brixton nel sud di Londra, ma la risposta più astuta è che sono stati tutti in corsa per comparire su una delle nuove banconote di Brixton, la valuta locale che verrà lanciata ufficialmente domani sera alla Lambeth Town Hall. Durante l’evento saranno rivelati i risultati di un sondaggio online per determinare chi fossero le celebrità locali più popolari, assieme all’aspetto delle banconote da 1, 5, 10 e 20 sterline brixtoniane. Circola voce che i collezionisti siano senza fiato dall’eccitazione.

La sterlina brixtoniana è la più recente valuta locale lanciata nell’ambito della Transition Towns Network, un movimento globale in rapida crescita che sprona le comunità locali a “reagire alle sfide e alle opportunità poste dal picco del petrolio e dai cambiamenti climatici". Il movimento – essenzialmente una riformulazione della filosofia della permacultura degli anni Settanta, che verte su autosufficienza, sostenibilità e lavoro con la natura – ha avuto inizio a Kinsale nella contea di Cork nel 2005 e da allora si è diffuso in tutto il pianeta, dagli U.S.A. alla Nuova Zelanda, passando per il Cile e l’Italia. Persino Ambridge, il paesino fittizio della soap opera radiofonica The Archers in onda su BBC4, si si è iscritto l’anno scorso.

Lo scopo, a Brixton, è “sostenere le ditte locali incoraggiando il commercio e la produzione”, afferma il team di volontari che ha passato lo scorso anno a preparare l’introduzione della sterlina brixtoniana nell’economia locale. “Si tratta di una valuta complementare che funziona fianco a fianco – e non al posto – della sterlina britannica, da usare nelle attività commerciali indipendenti del luogo”.

Alimentando questo senso di localismo e orgoglio civico caratterizzato da grande visibilità, gli organizzatori sperano di mostrare che per le comunità che fanno affidamento su se stesse non solo è possibile prosperare, ma anche essere meglio preparate di fronte alle incombenti minacce ambientali e alle risultanti pressioni sociali. Tuttavia, una cosa è lanciare una valuta del genere in cittadine benestanti sede di mercato come Totnes in Devon, Lewes in East Sussex e, proprio lo scorso finesettimana, Stroud in Gloucestershire; tutt’altra cosa è tentare una misura tanto audace nel cuore di uno dei più estesi e variegati ambienti urbani del mondo.

Dove iniziano e terminano, a Londra, i confini e le identità locali, sempre che esistano veramente? E come si convince la miriade di comunità e gruppi etnici a partecipare all’idea di una valuta locale, per non parlare delle molto più nobili ambizioni relative al picco dell’olio e al cambiamento climatico?

Tim Nichols, coordinatore del progetto della sterlina brixtoniana, si è trasferito nella zona un anno fa dopo aver portato a termine un master universitario in Svezia sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Egli stesso ha dovuto affrontare un certo grado di adattamento e ammette che, come “bianco della classe media”, ha trovato difficile rivolgersi ad alcune delle ditte locali per proporre l’idea della sterlina brixtoniana.

"È necessario stabilire la fiducia con la comunità", dice Nichols. "È cruciale che siano coinvolti tutti gruppi etnici e tutte le classi sociali; non vogliamo che ci sia un ‘noi’ e un ‘loro’. Ma la valuta è un buon modo per introdurre il concetto di Transition Towns in una comunità. È qualcosa di concreto e facile da capire, un po’ come il far parte di un circo segreto".

Ma si tratta di rafforzare i legami della comunità e stimolare l’economia locale, oppure di diffondere il messaggio ambientalista? Entrambe le cose, dice Nichols. "Vogliamo che trasmettere l’idea di localismo, che è al cuore dell’idea di Transition Towns. Tutte le altre idee e questioni dovrebbero derivare naturalmente da questa".

Convincere la comunità brixtoniana dei negozianti e dei venditori nei mercati – che si può dire siano ciò che ha dato a Brixton un’identità così forte – non è sempre stato facile. "Abbiamo davvero faticato per portare a bordo i venditori dei mercati; sono la nostra linea del fronte. Uno dei nostri primi sostenitori ci ha detto che i Giamaicani sono naturalmente scettici, così ci siamo dati da fare per convincerli dei meriti della sterlina brixtoniana, visitando certe ditte fino a quattro volte. Ora hanno aderito esercizi come il Blacker Dread Records, un noto negozio di musica in Coldharbour Lane, ed è stato importante per noi perché il proprietario è molto influente nella comunità locale. Non siamo ancora arrivati ai parrucchieri, però. A Brixton si ha l’impressione che ci sia un negozio di parrucchiere ogni due persone, quindi è cruciale raggiungere questo punto di svolta.

"Una delle principali preoccupazioni dei negozianti è finire col trovarsi con un sacco di banconote in eccesso. Così abbiamo organizzato due punti di cambio a Brixton, uno dei quali sarà Morley's [un emporio a conduzione familiare]. Lewes e Totnes ci hanno anche consigliato di parlare alle ditte dell’impatto sui libri mastri e sulla contabilità. 'Non rimanere senza contanti' è il loro maggiore suggerimento. In un mondo ideale vorremmo vedere i dipendenti pagati almeno in parte in sterline brixtoniane".

Ecco come funziona il sistema: ogni qualvolta si acquisti un prodotto o un servizio da una ditta che aderisce all’iniziativa, al cliente viene offerta l’opportunità di ricevere il resto in sterline brixtoniane. Questi soldi possono essere spesi presso qualsiasi altro esercizio partecipante in alternativa o in combinazione con sterline britanniche. Rimanendo a Brixton, le banconote in teoria contribuiranno a stimolare il commercio locale e ridurre l’affidamento su economie “esterne”. Alcuni esercizi partecipanti si sono già impegnati ad offrire sconti a chi pagherà in sterline brixtoniane.

Una domanda che sorge spontanea, non solo a Brixton ma in qualsiasi comunità che introduca una propria valuta locale, riguarda le attività criminali: come impedire ai falsari di mandare all’aria l’intero piano? Transition Towns Brixton ha speso 2.000 sterline per il design e la stampa delle banconote, che saranno disponibili in tagli da 1, 5, 10 e 20 sterline. La maggior parte di questo importo è stata pagata da ditte e organizzazioni sostenitrici, come il Lambeth Council e Morley's in Brixton High Street, che in cambio vedranno il loro nome riportato su alcune delle banconote.

"Abbiamo investito in carta anti-contraffazione", dice Nichols. "Le nostre banconote sono sicure quanto quelle della Banca d’Inghilterra; le banconote hanno ologrammi e strisce di sicurezza. E abbiamo stampato tantissime banconote da 1 e 5 sterline, perché vogliamo che la valuta sia il più possibile liquida in modo da scoraggiare il crimine".

‘Le banconote sono già state offerte ai collezionisti su eBay’

Oltre alla minaccia del crimine, Totnes e Lewes hanno riferito problemi di “fuoriuscite” dovute ai soldi trattenuti dai cacciatori di souvenir. “Su eBay, ai collezionisti sono già state offerte le banconote”, dice Nichols. “Per evitare questo fenomeno, abbiamo già previsto un pacchetto di banconote destinate ai collezionisti, per accontentare quel mercato”.

L’idea della sterlina brixtoniana risuona ben al di là di Electric Avenue, Atlantic Road e Brixton Hill, e sarà osservata da vicino da tutti coloro che sono interessati a migliorare la convivenza tra comunità nei centri storici.

“Si è sempre alla ricerca dei legami che uniscono le persone”, dice Harris Beider, professore presso l’Institute of Community Cohesion a Coventry ed ex consulente dell’unità sull’emarginazione sociale del primo ministro. “è importante edificare la base economica e il capitale sociale di tutte le comunità. Se la sterlina di Brixton sarà in grado di contribuire all’integrazione, non può essere che una cosa positiva. E se riuscirà ad ottenere l’effetto moltiplicatore locale [il numero di volte in cui il denaro circola all’interno di una comunità], anche questo sarà positivo”.

Ma Beider mostra anche qualche preoccupazione. "Gli organizzatori devono dimostrare alle diverse comunità di Brixton in che modo l’iniziativa assisterà l’interazione sociale. In iniziative come questa, la comunità nera talvolta percepisce un certo zelo missionario da parte delle comunità bianche. Verranno coinvolte le caffetterie caraibiche, come la leggendaria Negril in Brixton Hill?” [La pagina Facebook di Brixton Pound dice che lo è.]

“La sterlina brixtoniana potrebbe essere il catalizzatore tanto dell’interazione quanto dell’emarginazione. La comunità nera la percepirà come liberali bianchi di classe media che si fanno le loro cose? Se condotta in modo non corretto, potrebbe fare da cuneo tra le comunità. La coesione in una comunità è una questione di creare spazi e valori condivisi. Il piano delle sterline brixtoniante avrà bisogno che la comunità nera vi partecipi, altrimenti sarà visto come un’attività dei bianchi”.

Veduta dal mercato di Brixton di Jon Henley

Brixton Wholefoods in Atlantic Road è, in apparenza, il tipo di posto da cui ci si aspetterebbe un completo sostegno alla sterlina brixtoniana. Vende (come suggerisce il nome) cibi macrobiotici, spezie esotiche, frutta e verdura biologica, oli per l’aromaterapia e candele del commercio equo e solidale, dentifricio al 100% naturale, detergenti ecologici, tutto. E la sua vetrina è di fatto una bacheca per Ie iniziative locali, traboccante di cartoline che pubblicizzano lezioni di terapia alternativa e poster dei Verdi. Quindi è scioccante sentire l’uomo (ovviamente barbuto) dietro al bancone scartare l’intero piano come inutile, provinciale e, peggio ancora, affettato. “Non ne vedo il senso, a parte forse come trovata di marketing”, dice Tony Benest. “Non mi piace il modo in cui promette di fare la differenza per Brixton. E proprio non mi piace il modo in cui gli organizzatori stanno dicendo ai negozianti che porterà benefici alle loro ditte e ai clienti che avranno dei begli sconti. Come funzionerà, esattamente?”

Un po’ oltre sulla stessa strada, al O Talho, negozio portoghese di macelleria e specialità gastronomiche, Manuel Fernandes dice che il piano "sembra una buona idea, tenere il denaro nella comunità. Ma quando ci pensi, diventa complicato. Disorienta troppo. I miei clienti vengono da ogni parte, persino da fuori Londra. Cosa ci guadagnano loro?"

L’uomo dietro al bancone del negozio di pesce Marsh's non vuole dire il suo nome, ma dice che “in questo periodo è già abbastanza difficile incassare denaro in senso stretto, figuriamoci denaro fittizio”. E dietro alla sua bancarella, Stephen Victor, mercante a Brixton da 20 anni, ritiene che è “semplicemente non realistico”.

A quale scopo, chiede Victor, servirà davvero la sterlina brixtoniana? “Una volta, 15-20 anni fa, la gente veniva a Brixton perché non trovava ciò che voleva da nessun’altra parte. Dovevano venire qui. Adesso puoi trovare quello che ti serve per cucinare caraibico in qualsiasi supermercato, e la gente non viene più a Brixton. Questo posto ha bisogno di una reale rigenerazione, che ci si spenda denaro sul serio, non di una sua valuta”.

L’opinione di Victor trova eco in tutto il mercato: “è denaro di monopolio”, afferma un uomo che dice di chiamarsi Wazobia. “Non voglio averci niente a che fare”. Indica la sua merce in esposizione: yam, platano, patate dolci. “Come pago i miei fornitori con denaro che si può spendere solo a Brixton? Non ci guadagno niente, amico”.

I sostenitori del piano ammettono che i venditori del mercato di Brixton saranno probabilmente gli ultimi a convincersi delle sue virtù. “La loro è un’attività basata sul contante”, dice Maynard Eziashi, direttore del The Lounge Bar and Eaterie, che ha aderito per essere tra le prime ditte ad accettare le nuove banconote. “Ma io cercherò di sicuro di pagare i miei fornitori al marcato in sterline brixtoniane. È per forza una buona idea, per incoraggiare a fare acquisti localmente, e tenere il denaro qui a Brixton. Non è che stiamo rifiutando la sterlina britannica. E se non altro, chi viene da fuori e ha sterline brixtoniane ha maggiore probabilità di tornare a spenderle!”

Secondo Karen Salandy, direttrice del negozio di articoli da regalo e galleria The Diverse, “farà vedere alla comunità locale che noi facciamo davvero affidamento sul fatto che spendano i loro soldi da noi. È un’idea grandiosa; noi di certo useremo le sterline brixtoniane, non c’è dubbio”. Potrebbe anche, spera, “attrarre più negozi di qualità a Brixton. Non ce ne sono abbastanza al momento. Morley's è a bordo, e questo è davvero un buon inizio”.

Al Brixton Wholefoods, tuttavia, Benest ritiene che Morley's sia a bordo solo “perché la loro concorrenza è nel West End. Per loro ha senso in un certo modo. Ma questi piani sono stati progettati per piccole comunità rurali che effettivamente producono. Nessuno produce nulla a Brixton. Siamo in un mondo multiculturale e multirazziale. Questo è un negozio ecologista, ma la gente vuole poter comprare succo di frutta brasiliano; così è come stanno le cose. Se al supermercato costa meno, è lì che la gente va”.

La sterlina brixtoniana, ritiene, “è un po’ provinciale. Un po’ affettata. Mi fa pensare alla serie televisiva The League of Gentlemen, hai presente? ‘Non fare la spesa in nessun altro luogo, perché su quella via ci sono i draghi’. Non farà la differenza per niente e per nessuno. Solo più lavoro per i miei dipendenti, che non sono affatto interessati ad essere pagati con essa".


Fonte: www.guardian.co.uk
Link: http://www.guardian.co.uk/environment/2009/sep/16/will-brixton-pound-work
16.09.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ORIANA BONAN

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