giovedì 15 ottobre 2009

La rivolta degli imprenditori

La rivolta degli imprenditori

La7.it, Scritto da exit_staff , 14/10/2009

In Italia sta succedendo qualcosa di epocale; nel paese reale, quello che la mattina si alza e va a lavorare, che fa i conti con il proprio bilancio ogni mese. E’ qualcosa che sta cambiando l’assetto produttivo del nostro paese per sempre. Non si sa cosa saremo quando usciremo da questa crisi. Ma nel frattempo questa crisi sta divorando quell’Italia che ha prodotto ricchezza, benessere, tasse e lavoro.

E’ l’Italia dei piccoli e medi imprenditori, delle partite iva, degli artigiani e dei consulenti. Tutti insieme senza paracadute.

Al talk, guidato da Ilaria D’Amico, hanno preso parte: Roberto Castelli, della Lega Nord, Vice ministro delle infrastrutture e trasporti, Dario Franceschini, segretario del Partito Democratico, Santo Versace, imprenditore e deputato del PDL, Massimo Calearo, imprenditore e deputato del Partito Democratico,Luisa Todini, Vice-Presidente della Federazione Europea dell’Industria delle costruzioni e dell’IPI – l’Istituto per la Promozione Industriale del Ministero dello Sviluppo Economico, Gianfranco Torriero, Direttore del Centro Studi e Ricerche dell’ABI, l’Associazione che riunisce le banche italiane, Massimo Mucchetti, Vice Direttore del Corriere della Sera; in collegamento da Milano, Nicola Porro, Vice Direttore de Il Giornale.

La prima parte della puntata, causa l’attualità politica, è stata dedicata al tema dell’omofobia, dopo che la Camera dei Deputati ha votato l’incostituzionalità del testo che vorrebbe introdurre l'aggravante della discriminazione sessuale per le aggressioni personali. La maggioranza si è divisa nel voto, con 9 deputati – considerati vicini al presidente della Camera Gianfranco Fini, che hanno votato con l’opposizione. Nel partito Democratico si è aperto un nuovo caso Binetti: l’onorevole “Teodem” ha infatti votato insieme alla maggioranza per l’incostituzionalità del provvedimento.

Tornando al tema principale della serata, le nostre inchieste mostrano come la pazienza dei piccoli e medi imprenditori italiani sia arrivata al limite. Non si avverte quella ripresa di cui i giornali e i politici iniziano a parlare. Anzi, molti imprenditori chiedono provvedimenti immediati per poter continuare a sopravvivere.

Uno dei temi più spinosi riguarda la difficoltà di accesso al credito; le banche, colpite dalla crisi finanziaria mondiale, hanno inaridito la linee di liquidità per le imprese, mettendone alcune in grande difficoltà. Sullo sfondo di questo problema si staglia la scelta di molte banche di non accettare i cosiddetti “Tremonti Bond” emissioni pensate per le banche per permettere proprio di agevolare il credito nei confronti delle imprese italiane.

Il tutto mentre il debito pubblico, come rilevato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, non accenna a fermare la propria avanzata.

Infine, il tema dello scudo fiscale. Voluto dal Governo e dal ministro Tremonti per fare cassa, consente di far rientrare in Italia capitali portati illecitamente all’estero con un piccolissimo onere: il 5%. Le opposizioni hanno parlato esplicitamente di un nuovo condono, di un regalo ai “furbi” a dispetto degli onesti, che in questi anni hanno sempre pagato regolarmente tutte le tasse.

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