martedì 6 ottobre 2009

2010 una ripresa che sa di sconfitta

2010 una ripresa che sa di sconfitta

di Martino Ciano - Oct 6th, 2009

bank1Qualche mese fa il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha pronosticato una ripresa contraddittoria: “ci sarà – ha detto - ma molte aziende sono a rischio soprattutto quelle che sono più esposte agli intermediari finanziari”. Sicuramente la crisi del capitalismo moderno, simile a quella avvenuta nel 1929, ha portato molti leader mondiali e nostrani ad assumere un’aria ambigua, attraverso la quale si donano speranza e disillusione. Pertanto l’unica cosa che mette tutti d’accordo è l’impellente bisogno di chiudere con il vecchio sistema. Solo parole, purtroppo, visto e considerato che il sistema bancario, vero artefice della crisi, non è stato minimamente ritoccato ma solo timidamente accusato.

Sappiamo che nel’29 ci fu una grande immissione di liquidità con concessioni di credito a tassi bassissimi. Anche in quel caso bastò un passo falso per innescare la reazione a catena. Oggi è avvenuto lo stesso. Già all’epoca si capì che l’unica soluzione possibile era quella di dare allo stato il monopolio dell’emissione della moneta.

Oggi è avvenuto lo stesso a differenza che nel’29, non Roosevelt, ma la guerra mise definitivamente a posto le cose. L’attuale sistema bancario permette a ciascun ente creditizio di avere riserve obbligatorie molto basse. Se questa ha un obbligo di riserva del 10% vuol dire che ogni 100 euro davvero depositate da un correntista, permettono alla banca di concedere fidi o tassi per quasi mille euro. Il resto del denaro non è reale, ma creato dal nulla. La banca insomma è l’unica azienda che poggia le proprie basi sul nulla e guadagna, grazie agli interessi che maturano, su un qualcosa che non ha mai posseduto. Quali sono quindi i modi per preservare l’economia reale da quella “aleatoria”?

Prima di tutto ridando allo Stato il monopolio della propria moneta e in secondo luogo, uniformare il sistema bancario all’articolo 47 che afferma “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.

Purtroppo c’è chi oggi vuole di nuovo aiutare le banche a risollevarsi con mezzi statali, aiutando così banche emissarie con le quali a sua volta lo stato è indebitato (si veda la truffa del signoraggio). Bel concetto di democrazia.

Fonti per l’articolo:

1. Le vere cause della Crisi, http://hovistocosechevoiumani.wordpress.com/2008/10/26/signoraggio-e-riserva-frazionaria-le-vere-cause-della-crisi/

Martino Ciano

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