domenica 27 settembre 2009

Svizzera: 215 miliardi sottratti alle casse statali

L’allarme per i capitali rimasti nell’ombra

In Svizzera 215 miliardi sottratti alle casse statali

Mauro Spignesi
, Caffè.ch, 27.09.2009

“Non esiste un sistema perfetto, almeno sino a oggi non è stata scritta una normativa capace di far pagare spontaneamente al cittadino le tasse sino all’ultimo centesimo”. Marco Bernasconi, per molti anni è stato sulla plancia di comando della divisione delle Contribuzioni di Bellinzona e dunque, oltre che noto specialista di fisco internazionale, conosce vizi e virtù anche del Ticino. “Secondo uno studio assai attendibile - aggiunge Henry Peter, docente di diritto bancario a Ginevra (vedi intervista a destra) - a fronte di 2.150 miliardi di franchi di capitali appartenenti ai contribuenti svizzeri, o comunque residenti fiscalmente nella Confederazione, supponendo solo un 10 per cento sfuggito alla rete del fisco, l’evasione arriverebbe a toccare quota 215 miliardi”.

Un problema di norme o un problema di comportamenti? “Aristotele diceva che le leggi per essere applicate devono essere accettate dal popolo. Io ho sempre osservato - risponde Bernasconi - che i ticinesi sono buoni pagatori quando gli arriva a casa il bollettino. Che poi paghino tutto, beh, questo è un altro discorso”. Bernasconi cita anche un altro studio: “Nell’87 - spiega - una ricerca stabilì che su 800 milioni di capitale a risparmio ne erano stati dichiarati soltanto il 18 per cento; questo è soltanto un esempio, perciò io insisto nel dire che anche in Svizzera è arrivato il momento di decretare un’amnistia fiscale generale”. Bernasconi, che è responsabile del Centro tributario della Supsi e docente alla Bocconi di Milano, ha sempre precisato che questo condono deve avere un carattere straordinario e non può esser proposto a intervalli regolari come in Italia: “Un’amnistia per generazione basta e avanza. E ci siamo visto che l’ultima è stata fatta quarant’anni fa”. Era il 1969 e l’operazione portò nelle casse dello Stato 11 miliardi e mezzo di franchi. La proposta, che più volte è stata rilanciata a Berna, ha tuttavia incontrato il fuoco incrociato della maggioranza politica che l’ha considerata poco corretta, e moralmente non praticabile. “Le amnistie sono una spia, un segnale: se tutti pagassero le tasse non servirebbero- dice-. Evidentemente c’è qualcosa che non va”.

Ma se la Svizzera non decide, Gran Bretagna, Usa, Francia e Italia hanno invece approvato provvedimenti con differenti aliquote, per portare alla luce capitali non dichiarati. E hanno stretto le maglie del sistema fiscale.

Ma esistono norme che in qualche modo agevolano chi vuol fare il furbo? “Non pagare - dice ancora Bernasconi - non è permesso. Ci sono tuttavia alcune possibilità per risparmiare, questo sì. Negli Stati Uniti, ad esempio, chi investe in opere d’arte non deve pagare. In tre monarchie europee, faccio un altro esempio, non esiste l’imposta sulla sostanza. Diciamo che ci sono tutta una serie di norme internazionali che offrono interessanti modelli su come si può risparmiare sulle imposte. Si può risparmiare anche da noi, ma non pagare no, non è possibile”.

1 commento:

  1. Al Prof. Marco Bernasconi

    Egregio Professore,

    nell'articolo sul Caffè del Ticino del 27 settembre 2009 Lei dice: “Non esiste un sistema perfetto, almeno sino a oggi non è stata scritta una normativa capace di far pagare spontaneamente al cittadino le tasse sino all’ultimo centesimo”.
    Che questa norma non sia stata scritta ò dubbio, tuttavia la tassa da signoraggio funziona perfettamente all'uopo. In Cina, dove il sistema bancario non è stato ancora privatizzato, il governo tramite il signoraggio introita ufficialmente
    l'equivalente del 7% del PIL. E' una tassa ineludibile per chiunque operi con la valuta del paese, anche se la possedesse tramite conti alle Cayman, così come non può eludere la tassa dell'inflazione sempre esercitata da chi crea moneta dal nulla addebitandola al popolo. E' una tassa perfetta perché i cittadini non l'hanno ancora capita e, a quanto pare, nemmeno tanto bene l'hanno assimilata pure i professori universitari più quotati...

    Cordialità,

    Marco Saba

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