venerdì 25 settembre 2009

Sovranità statale

Sovranità statale
di Savino Frigiola
da: Consul Press, settembre-ottobre 2009


L’attuale situazione economica impone ai singoli Stati la libertà di assumere diverse iniziative economiche calibrate in conformità delle proprie esigenze nazionali. In premessa occorre anche in base al diritto costituzionale internazionale, chiarire il concetto di Stato:

1) Lo Stato è considerato innanzi tutto una istituzione “corporativa” formata da una pluralità di individui che ne costituiscono l’elemento personale e collettivo definito “popolo“;

2) Lo Stato è anche una istituzione “territoriale” in quanto comunità politica stabilmente connessa ad un ambito spaziale predeterminato, su cui insiste il popolo e su cui viene esercitato il potere sovrano sui territori posti sotto il controllo dello Stato che tende ad essere “totale ed esclusivo”;

3) In situazioni di rapporti di collaborazione e cooperazione fra Stati mediante accordi che hanno per scopo la istituzione di organizzazioni permanenti per realizzare forme di integrazione settoriale, non portano al superamento della esistenza dello “Stato” . In questi casi infatti, le “limitazioni” di sovranità cui gli Stati addivengono per istituire strutture internazionali sono forme di sospensione dell’esercizio parziale della sovranità, e come tali revocabili, ed hanno natura ausiliaria e strumentale rispetto al soddisfacimento di un interesse statale. Se fossero rinunce totali e definitive sarebbero per definizione inconciliabili con la formula di “Stato”;

4) I fenomeni organizzatori internazionali, o sono la espressione di formule di “coordinamento interstatale” (e quindi presuppongono l’esistenza permanente degli Stati stessi) o non sono tali e quindi si trasformano in Stati federali portando alla scomparsa dei primitivi Stati che li hanno formati;

5) Spesso si parla con enfasi delle unioni internazionali come forme di superamento dello Stato e degli Stati , come ad esempio è avvenuto con la “Comunità Europea”;

6) Non si deve confondere un ideale di azione o di un obiettivo politico con la realtà delle Istituzioni;

7) L’alternativa alla integrazione internazione europea è l’unione politica, cioè una struttura federale, che mai esisterà fino a che non sia immaginabile un potere politico europeo che controlli un territorio europeo, sottraendo tale controllo agli attuali Stati europei.

In questa situazione poiché l’attuale crisi è determinata da una grave situazione debitoria e da
violenta deflazione la quale azione combinata impedisce la sopravvivenza delle aziende sia produttive che bancarie, risulta di tutta evidenza l’urgenza di monetizzare Aziende e Mercato con uno strumento monetario capace di non produrre debito al momento della sua emissione. Ciò può solo avvenire se lo Stato, sulla scorta dei suggerimenti del Fisher della scuola di Chicago fino dal 1933, emette lo strumento monetario in prima persona acquisendone la proprietà a titolo originario, come già fatto in precedenza dallo Stato italiano per oltre cento anni. Così facendo risulta agevole per lo Stato monetizzare subito il mercato mediante la realizzazione ed il pagamento di tutte le opere di pubblico interesse e fornire liquidità al sistema bancario nazionale al tasso del 0,1% (le spese amministrative, praticato anche dal Giappone) con l’impegno per le banche di fornire finanziamenti al sistema produttivo ed immobiliare abitativo,al tasso massimo del 2,50 – 3,00 %. Il Governo, in virtù dei poteri sovrani, legittimamente e democraticamente conseguiti, è finalmente in grado d’impostare e realizzare la propria politica economica e sociale che non può essere disgiunta da quella monetaria.

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