martedì 29 settembre 2009

Master in Intelligence

Master in Intelligence


“L’INTELLIGENCE PUO’ ESSERE IL MEGLIO DELLE SCIENZE UMANE”
Promosso lo studio della disciplina negli atenei italiani in un convegno
Patrocinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche all’Università della Calabria

RENDE (29.9.2009) – “L’intelligence, attività umana per eccellenza che scaturisce dal pensiero, è l’area strategica che deciderà quali saranno i Paesi protagonisti e quelli comprimari nel XXI secolo. Appunto per questo può essere un’area privilegiata di studio anche nelle università italiane così come avviene in tanti altri paesi nel mondo”. Con queste parole Mario Caligiuri, Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, ha concluso il convegno internazionale “Intelligence e scienze umane”, promosso dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione diretto da Viviana Burza d’intesa con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Nella suggestiva cornice dell’Aula Magna dell’Ateneo Calabrese, dopo i saluti, del Rettore Giovanni Latorre, si sono susseguiti una serie di interventii, concluse dal Vice-Presidente del CNR Roberto de Mattei, che cha colto gli aspetti più significativi delle diverse posizioni, sintetizzando che “l’intelligence è quanto di meglio possano produrre le scienze umane”. Le relazioni svolte nel convegno – che presto verranno raccolte in una pubblicazione - hanno tutte declinato lo studio dell’intelligence con vari settori scientifici, evidenziando l’interdisciplinarietà della materia tanto da poterla considerare “un punto di incontro delle scienze umane”. Nella mattinata, il politologo Giorgio Galli ha focalizzato l’attenzione sulle logiche opposte che sono alla base tra la casa di vetro della democrazia e la necessaria segretezza dell’intelligence per garantire la sicurezza, mentre il Consigliere di Stato Carlo Mosca ha invece evidenziato come l’intelligence vada necessariamente inquadrata all’interno delle regole del diritto e della democrazia. Successivamente Virgilio Ilari, dell’Università di Milano, ha sottolineato l’importanza fondamentale dell’intelligence nella dimensione storica e Pino Arlacchi, dell’Università di Sassari e già Vice Segretario dell’ONU, ha dimostrato l’importanza del pensiero contrario, ricordando che negli ultimi anni è aumentata la pace e non l’insicurezza. Per Giuseppe Spadafora, dell’Università della Calabria e Presidente della Fondazione Europea John Dewey, l’educazione ha un ruolo fondamentale nella costruzione della democrazia, attraverso il controllo dei suoi centri occulti e Tiziano Agostini, dell’Università di Trieste, ha dimostrato l’importanza e i limiti dei processi cognitivi e della dimensione psicologica anche nell’attività di intelligence e di indagine. Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con le relazioni di Gerardo Iovane, dell’Università di Salerno, che ha ricordato come le tecnologie e l’ingegneria dell’informazione debbano inevitabilmente relazionarsi con l’umanità della conoscenza, illustrando un’innovativa teoria sull’origine dei numeri primi. Per Francesco Sidoti, Presidente del Corso di laurea di Scienze dell’Investigazione dell’Università de L’Aquila, occorre prestare la massima attenzione alle relazioni fra le indagini e l’errore, mentre Umberto Gori, dell’Università di Firenze, ha analizzato il ruolo fondamentale dell’intelligence nell’ambito della teoria del caos, ribadendo la funzione fondamentale dell’intelligence per l’interesse nazionale, da tutelare attraverso decisioni di ampio respiro assunte da classi dirigenti opportunamente informate, formate e responsabili.

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