giovedì 17 settembre 2009

L’intervista a FRANCESCO STORACE

L'Opinione, 17 Settembre 2009 - Interni
L’intervista a FRANCESCO STORACE, leader de La Destra
Storace: "Siamo noi l'anti Lega"

Francesco Storace aspetta, seduto sulle rive del Tevere (la sua sede è un bel palazzo ad angolo col Lungotevere), “che in politica si torni a ragionare”, a contare voti ed energie. Il leader de La Destra aspetta che passi nella Pdl la grande sbornia di potere, nel frattempo si fa intervistare da L’Opinione. Intanto un sondaggio rimarca su Facebook: “Storace è meno noioso di Veltroni”.

Che risponderebbe ad un sondaggio pro o contro Fini?

Noi de La Destra non siamo mai stati tifosi né di Berlusconi né di Fini, però nessuno potrà mai accusarci d’essere stati litigiosi. Tutto sommato penso che nemmeno Fini voglia litigare con Berlusconi. La scusa della litigiosità a me risulta sia stata usata, per altro senza uno straccio di prova, solo contro di noi. Non mi sembra la nostra uscita dalla Pdl abbia dato chissà quali frutti.

Si disse che il vostro divorzio dal Pdl recava lo zampino di Fini, è vero?

Così si disse. Sostenevano “ci liberiamo di chi ci fa litigare”. A me l’effetto litigiosità zero non sembra ci sia poi stato. Noi abbiamo trattato con Berlusconi, poi dopo la nostra fuoriuscita lo abbiamo anche attaccato. Non c’è dubbio che, se ci fossimo stati anche noi nell’attuale maggioranza, si sarebbe avvertito meno il peso della Lega. Il premio di maggioranza ha dato al Pdl 340 deputati, ma il premio di maggioranza ha premiato anche Bossi, che condiziona non poco le scelte del governo. Berlusconi asseconda il Carroccio, diciamo che questo fa parte della politica. E proprio per questo giochetto di assecondamenti il Pdl ed il Pd sono destinati a stare, a legislature alterne, ora al governo ed ora all’opposizione. Se l’attuale esecutivo continuerà su questa linea perderà le prossime politiche.

Cosa risponde ai leghisti che l’accusano d’essere centralista e nazionalista?

Che sono accuse giuste e belle. Ci sono politiche che non possono avere un mero respiro regionale, locale. Penso alla politica economica, creditizia, agricola, sanitaria ed a tutte quelle scelte che devono essere fatte per l’intero Paese.

Comprendo che lei non confidi molto nel federalismo fiscale. Che pensa di Tremonti e di come si dice abbia ridimensionato il potere bancario?

Tremonti è il classico ministro della Pdl amico della Lega. Ha fatto molti annunci su come avrebbe ridimensionato il potere bancario, soprattutto il loro signoraggio. Non mi sembra i banchieri odino il ministro dell’economia. Non ho letto comunicati dei banchieri contro Tremonti, evidentemente gli istituti di credito non hanno granché paura. Il ministro potrebbe fare tante cose buone, a cominciare dal mutuo sociale. Ai margini del G20, Tremonti ha dichiarato: “Non è possibile che le banche comandino sui governi e sulla politica”. Ed ha proseguito “Le banche devono essere al servizio della gente, non la gente al servizio delle banche”. Sulle prime ho pensato finalmente si lotta contro il signoraggio bancario, i tassi usurari, l’anatocismo, l’abuso delle commissioni, con particolare riferimento a quella di massimo scoperto. Ho pensato finalmente si potrà parlare del mutuo sociale e della difesa dai meccanismi inflattivi indotti. Poi è arrivato il seganale negativo, proprio Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha dato ragione al ministro. Così il primo gruppo bancario italiano ha fatto ricorso ai Tremonti–bond, quei titoli inventati da Tremonti per aiutare imprese piccole e grandi attraverso le banche. C’è qualcosa che non convince. [continua...]

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