martedì 12 maggio 2009

A singapore il mattone cala solo del 10%

A singapore il mattone cala solo del 10%

Loretta Napoleoni

Caffè.ch

Le sere del fine settimana della festa dei lavoratori i traghetti di Hong Kong erano tutti pieni; quelli strapieni andavano alla Penisola - la lingua di terra a nord dell’arcipelago, che lega l’ex territorio britannico alla Cina. Le centinaia di migliaia di turisti asiatici in visita alla città durante la festa del primo maggio andavano ad assistere allo spettacolo di luci che dal Central Distict, la Wall Street di Hong Kong, ogni sera rallegra i residenti di questo paradiso fiscale asiatico. Dalle 20 alle 20,10 un’esplosione di fasci di luce colorati lampeggia dalle insegne al neon dei grattacieli della Bank of America, della Aig e di tante altre istituzioni finanziarie americane ed europee.

Tutte salvate in extremis dal tesoro americano e dai governi dell’Unione Europea. E lo scorso fine settimana orde di turisti si accalcavano lungo le strade della penisola, quelle che si affacciano sulla baia per godersi lo spettacolo. Mentre aspettavano che iniziasse e dopo, quando tutto ritornava alla normalità, sciamavano tra i mercati all’aperto, i negozi, ristoranti e bar della Golden Road, la strada d’orata, aperti fino a notte fonda.

Quasi simultaneamente dall’altra parte del mondo, orde di lavoratori da poco disoccupati, studenti senza prospettiva di occupazione, persino i pensionati scendevano nelle piazze delle capitali del Vecchio Continente per protestare contro il fallimento dei governi europei di arginare le conseguenze nefaste della recessione. Mentre lavoratori cinesi e giapponesi osservavano divertiti i fuochi d’artificio del distretto finanziario di Hong Kong e si godevano il meritato riposo, quelli francesi e tedeschi si scontravano contro le forze dell’ordine dei propri paesi. Ecco un’immagine nuova, che fa parte delle diapositive del nuovo mondo.

In Asia la recessione è una parola occidentale, specialmente nei paradisi fiscali. Sembra che il tempo qui si sia fermato all’estate del 2008, prima del crollo della Lehman Brothers. A Singapore i prezzi delle case sono scesi di appena 10% e sebbene molte filiali di banche occidentali si trovino in difficoltà, i licenziamenti sono ancora rari. A giudicare dalla folla di turisti che lo scorso fine settimana ha preso d’assalto negozi, ristoranti e alberghi di Hong Kong questo continente è tutt’ora animato da un consumismo sfrenato, quasi maniacale. E quello che sorprende è che a differenza di dieci ani fà chi consuma a Hong Kong come a Singapore ha gli occhi a mandorla. I turisti occidentali sono talmente pochi da confondersi ormai tra la folla di quelli asiatici.

Singapore come Hong Kong hanno come punto di riferimento la Cina, la nuova stella polare delle economie del sud est asiatico. Ed è proprio in quella direzione che i fari luminosi delle agonizzanti banche internazionali occidentali di Hong Kong tutte le sere lanciano i loro Sos, per paura anche che il nuovo gigante finanziario, Shanghai, li spazzi via.

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