martedì 26 maggio 2009

Che fine fanno i soldi che spendiamo nei casinò?

Che fine fanno i soldi che spendiamo nei casinò?

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Oltre alla comodità di giocare da casa senza doversi incravattare per non sfigurare nell’atmostera patinata e quasi claustrofobica, una delle maggiori differenze dei casinò online rispetto a quelli reali è che non si usano chips vere e proprie. Ciò significa che non c’é bisogno di una vera e propria conversione dai contanti alle fiches. Anche se le carte di credito sono bene accette in tutte le case da gioco, il vero giocatore ha sempre un buon mucchietto di denaro contante in tasca.

Questo non tanto per emulare gli oligarchi del petrolio russo, o gli sceicchi arabi, che con i loro fasci di banconote fanno incetta di fiches. Il vero problema è che, per non interrompere il gioco, se si rimane senza fiches al tavolo, il croupier cambierà subito solo le banconote. Se si rimane a corto di contanti, bisogna andare a prelevarne da uno degli ATM presenti nel casinò o alla cassa, rischiando così di perdere mani buone o il posto ad tavolo con giocatori di basso livello facili da dominare. Chi gioca alle slots oppure al blackjack online, può continuare a giocare senza l’ansia di controllare quante banconote gli sono rimaste e il rischio di perdere il posto.


Per i casinò reali però, la gestione dei contanti incassati è un discreto grattacapo. Non c’è quindi da sorprendersi se tutte le sale da gioco hanno grossi caveau, costosi sistemi di allarme e loschi figuri vestiti di nero a vegliare sulle banconote dei giocatori.


Il denaro raccolto alle casse non resta in cassaforte a lungo: con cadenza settimanale o bisettimanale, viene infatti inviato alla banca di fiducia, dove, salvo colpi ad effetto operati durante il tragitto da novelli Arsenio Lupin, viene depositato in un conto privilegiato. Tale conto permette al casinò di far fronte ai bisogni a breve, come salari e spese di gestione (elettricità, acqua, carte, dadi) ma anche di risparmiare risorse per futuri piani di investimento a medio e lungo termine.

Nel bilancio di fine anno di una sala da gioco media, quindi, troveremo i soldi raccolti alle casse sotto varie voci: alcuni saranno indicati come generiche spese di gestione, altri invece saranno nel frattempo diventati una nuova sala cinese, o una suite con Jacuzzi per i grandi scommettitori o un TFR integrativo per il management. La trasparenza dei processi contabili delle società a partecipazione collettiva, come i casinò, vuole poi che ogni voce sia presentata in dettaglio, dalla bottiglia di champagne, alla performance live di Massimo Ranieri, tutto deve essere visibile agli azionisti, sia pubblici che privati. La complessità delle suddette procedure di auditing e accounting ha spinto molte sale da gioco a cedere la gestione patrimoniale a società terze che, oltre a redigere il bilancio, collaborano con il management tecnico per validare finanziariamente i progetti di sviluppo.

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